
Una seduta secretata durante la quale saranno illustrati i risultati della maxi perizia affidata ai reparti speciali dei carabinieri. L’ordine del giorno della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, arriverà a una svolta il 18 luglio. Quel giorno, a Palazzo San Macuto, gli uomini di Ris, Ros, Racis e i periti medico-legali incaricati, illustreranno i risultati della maxi perizia richiesta dalla commissione stessa e forniranno le risposte ai quesiti dei commissari.
Ieri intanto in commissione sono stati auditi Giancarlo Benedetti, ex questore di Siena all’epoca della morte di Rossi e l’ex capo della Mobile, all’epoca dei fatti, Sabato Fortunato, quest’ultimo chiamato per fare maggiore chiarezza e rispetto ad alcune contraddizioni rilevate, nel corso di diverse audizioni svolte, su alcuni orari la sera del 6 marzo 2013. Nel corso dell’audizione, l’ex questore ha chiarito come ad informarlo della morte di Rossi è stata una telefonata dell’ex colonnello dei carabinieri, Pasquale Aglieco, arrivata "dopo le 21" di quella sera.
La versione di Benedetti, confermerebbe quella fornita da Aglieco che riferì di essersi recato a Rocca Salimbeni dopo aver ’seguito’ una Volante, notata mentre stava comprando le sigarette al distributore di piazza Matteotti. "Mi trovavo - ha detto Benedetti in commissione - in abitazione e ricevetti una telefonata dal colonnello Aglieco che mi disse che aveva seguito una Volante e che una volta arrivato sul posto aveva notato il corpo esanime del dirigente del Monte dei Paschi, David Rossi". Benedetti, ha poi aggiunto: "Il caso è stato trattato da subito come un suicidio. Per me si è trattato di suicidio. Tutti sapevano, a posteriori, che Rossi viveva una situazione conflittuale, aveva paura di essere inquisito, intercettato, di perdere il posto; era in uno stato di una conflittualità interna".
Durante l’audizione di Sabato Fortunato invece, la commissione ha cercato di fare chiarezza su due aspetti: l’orario di chiamata da parte della Polizia e il perché della mancata verbalizzazione delle parole di Susanna Guarino, giornalista che andò in Questura per riferire di aver visto Rossi il pomeriggio del 6 marzo in uno stato di agitazione. Proprio sulla Guarino, Fortunato ha detto: "Io ho affidato l’informazione al pm Marini, gliela confidai, e lui mi ascoltò". "Non ho preso le dichiarazioni della Guarino. Ho rimesso la valutazioni sul da farsi a chi aveva assunto la direzione delle indagini. Quando la sera del 6 marzo si accertò che Rossi era deceduto occorreva ricostruire la dinamica ed eventualmente le motivazioni; il racconto di Guarino era distante temporalmente da quando il fatto è accaduto, in ogni caso lei raccontava di non aver neanche parlato a Rossi, ma questa ricostruzione cosa apportava di contributo all’accertamento del fatto?".
L‘ex capo della mobile ha confermato di essere stato "contattato telefonicamente intorno alle 22 da Alessia Baiocchi, all’epoca dirigente delle Volanti. Io ero libero dal servizio perché avevo completato il mio orario di lavoro, capii che venivo chiamato perché, essendoci i pm sul posto, nella mia funzione di dirigente della squadra mobile, era opportuno andassi sul posto per fornire assistenza alla procura". "Arrivai sul posto venti minuti-mezz’ora dopo" ha continuato aggiungendo poi di essersi recato nella stanza dell’ex manager.