Siena, 12 aprile 2024 – Annullata la cartella ’pazza’ di 53mila euro ad un imprenditore valdelsano. Così era stato comunicato all’avvocato Giuseppe Bianchi che segue la vicenda. Ma quando l’odissea burocratica sembrava finita, ecco l’ulteriore colpo di scena.
Solo 48 ore dopo la buona ’novella’, è arrivata mercoledì 10 aprile una nuova comunicazione da parte dell’Agenzia delle entrate dove si effettuava, in sostanza, una rettifica. C’era stato un errore. E in realtà, una parte della cifra, per spiegarla in modo semplice, non era coperta. Un dietro front con tanto di "scusandosi per il disguido".
"Ora basta. Ho subito presentato ricorso alla commissione di giustizia di Siena (l’ex commissione tributaria provinciale, ndr) citando l’Agenzia appunto e quella delle Dogane e dei monopoli di Arezzo. All’esito, se come sono certo mi daranno ragione, chiederò anche i danni al giudice civile", annuncia incredulo l’avvocato Bianchi. "Ma questa è una persecuzione, sostengono i miei assistiti che non potevano credere a quanto dicevo loro. L’8 aprile scrivono che è tutto ok, comunicando la sospensione totale della cartella che imponeva il pagamento di 53mila euro. E solo due giorni dopo rettificano sostenendo che è in regola solo una parte, gli 11 mila euro non sono coperti.
Si tratta peraltro della cifra relativa alle sanzioni che, avendo aderito alla pace fiscale recentemente introdotta, non devono essere pagati. Il ricorso mira appunto a fargli accertare questo principio. Ho presentato anche istanza di sospensione per gli 11mila euro perché c’è il rischio che possa essere bloccato il conto corrente. Mi auguro che, ricevuto il ricorso si blocchino un attimo. Premesso che gli 11mila euro non vanno pagati per via della pace fiscale, per chiederli avrebbero comunque dovuto annullare la cartella da 53mila facendone una nuova".
Quanta fatica per il cittadino. Che probabilmente senza un legale esperto dei cavalli burocratici e abituato a muoversi fra leggi e regole che cambiano (quasi) ogni giorno, difficilmente riesce a raccapezzarsi nei meandri del fisco. Senza contare che in presenza di controversie tributarie contro lo Stato anche se il cittadino vince si compensano di solito le spese. Tutto era nato nel 2020 da un accertamento sull’uso del gasolio per il quale l’imprenditore sta pagando regolarmente 1800 euro ogni tre mesi fino al marzo 2028.