di Laura Valdesi
"Sospensione totale della cartella". E ancora: "L’avviso di intimazione non avrà seguito". Due frasi dell’Agenzia delle Entrate che cambiano la vita.
Di sicuro quella di un imprenditore di Poggibonsi che non dormiva più da quando gli era stata recapitata una cartella ’pazza’ da 53 mila euro da evadere entro il 2 aprile ma
che in realtà non doveva proprio arrivare avendo aderito alla pace fiscale. Rischiava di vedersi bloccare ingiustamente il conto corrente. Possibile anche l’iscrizione di un’ipoteca sulla casa. Scenari da incubo per l’imprenditore che ha una ditta di movimento terra.
Così il suo avvocato Giuseppe Bianchi, lancia in resta, aveva denunciato su La Nazione l’accaduto annunciando, in caso di blocco la citazione per danni.
Poi, finalmente la buona notizia. Lunedì 8 aprile, alle 16.20 è giunta la comunicazione in risposta alla pec mandata dal legale il 26 marzo per conto del cliente dove si comunicava "di aver acquisito il 29 marzo dalle Dogane di Arezzo il flusso telematico contenente il provvedimento di sospensione totale della cartella. L’avviso di intimazione non avrà pertanto seguito". Insomma, veniva riconosciuto l’errore.
"Ho ottenuto l’annullamento completo della cartella ’pazza’ da 53mila euro. Adesso il mio assistito continuerà a pagare ciò per cui era già stato trovato l’accordo in base alla pace fiscale. Cioè 36mila euro di benefici da restituire pagando ogni tre mesi 1800 euro fino al marzo 2028", conferma l’avvocato Bianchi. Cittadino 1, burocrazia 0, dunque. Ma quanta fatica per scrivere il lieto fine di un’odissea
nata nel 2020 a seguito di un accertamento che si era focalizzato sull’uso del gasolio da autotrazione ritenendo che non ne avesse diritto perché già utilizzava quello agricolo per alcuni mezzi.