
Cartelle ’pazze’ e dipendenti ridotti: "Subito una commissione su Dogre"
Gestione Dogre: servono più chiarezza e maggiori garanzie per gli utenti ed anche per i dipendenti. Da mesi si trascina a Città di Castello il caso Dogre, la società che si occupa di servizio riscossione e affissione da oltre cinque anni per il comune tifernate. Nei giorni scorsi decine di cartelle sono state recapitate agli utenti per alcuni pagamenti senza che questi possano ottenere informazioni utili sulle cifre richiesta da pagare: una nuova puntata del caso che si aggiunge alla querelle aperta coi dipendenti che si occupano di front office allo sportello e che hanno visto ridurre l’orario di lavoro e con esso, la possibilità di fornire un servizio al pubblico.
La vicenda è già finita più volte al centro del consiglio comunale con prese di posizioni critiche da parte degli esponenti politici. Ora i capigruppo della maggioranza consiliare, Gionata Gatticchi (Pd), Loriana Grasselli (Psi) e Rosanna Sabba (Lista Civica Luca Secondi Sindaco), hanno richiesto in accordo con la giunta comunale la convocazione delle commissioni preposte, (cioè la "Programmazione Economica" e "Servizi"), per l’audizione dei vertici di Dogre, la concessionaria della gestione del Canone Unico Patrimoniale.
A motivare l’iniziativa sono "le notevoli problematiche segnalate da parte degli utenti nel recente periodo, che rendono opportuno e necessario un confronto per approfondire le situazioni che stanno emergendo e verificare gli aspetti riguardanti l’attuazione del contratto di servizio che lega Dogre al Comune di Città di Castello", si legge in un documento. Evolve dunque ancora in negativo la vicenda Dogre, della quale si era già parlato a ottobre quando entrarono in vigore i nuovi orari di apertura al pubblico che avevano ridotto a una sola presenza l’addetto al front office. I due dipendenti di Città di Castello avevano ricevuto ad aprile un ordine di servizio nel quale l’orario di apertura dell’ufficio veniva ridotto di un terzo (20 ore settimanali) e nelle ore in esubero gli stessi erano stati assegnati ad attività in altri Comuni sempre a gestione Dogre. L’amministrazione comunale, prendendo atto delle difficoltà aveva incontrato l’azienda ed erano state ripristinate le 30 ore di apertura al pubblico a partire dal primo ottobre, "ma col servizio dimezzato poiché l’ufficio risulta presidiato ogni giorno durante l’apertura da un solo impiegato che si occupa o di pubblicità-affissioni o di occupazione suolo pubblico e canone mercatale". Nuove informazioni nelle commissioni congiunte che presto verranno convocate.