
Approvato a marzo il Piano operativo straordinario di recupero delle liste di attesa
Il Piano operativo straordinario di recupero delle liste di attesa approvato dalla Giunta regionale lo scorso 21 marzo doveva essere in grado, grazie ad un innovativo modello di gestione che ha già prodotto 41mila nuove disponibilità in soli tre mesi, di azzerare le prestazioni che erano in percorso di tutela, nel caso in cui il Governo, come per gli anni passati, avesse messo a disposizione i 7,5 milioni di euro del fondo finalizzato alle liste d’attesa. Andando a spulciare il Dashboard della Regione si nota come ci siano ancora molte criticità sulla risposta ai cittadini: molti non sono stati ancora chiamati, mentre per alcune visite o prestazioni, ci sono ancora importanti problemi sui tempi non rispettati. La Regione, va ricordato, negli ultimi due anni non ha conseguito il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, che erano l’azzeramento dei Percorsi di tutela: al 31 dicembre 2024 invece permanevano le prestazioni del 2023 e un numero significativo in aumento del 2024, rispetto all’anno precedente. Il 30 aprile era comunque la data cerchiata in rosso sul calendario della sanità umbra: il giorno in cui, secondo gli impegni presi, doveva essere garantita una svolta per i pazienti inseriti nei in questi benedetti (e maledetti) “percorsi di tutela”, ovvero quei cittadini a cui, in teoria, dovrebbe essere assicurata una prestazione sanitaria nei tempi previsti dalla classe di priorità (da urgente a differibile). Ma alla vigilia della riunione, i dati forniti dallo stesso monitoraggio regionale indicano che l’obiettivo è ancora lontano.
Alcune prestazioni, in particolare, restano in profonda sofferenza, come evidenziano i numeri ufficiali. Tra le più problematiche, le colonscopie: solo il 13% di quelle urgenti viene eseguito entro i tempi stabiliti, mentre appena il 40% di quelle programmate entro 120 giorni trova effettiva realizzazione. Non va meglio sul fronte delle visite oculistiche, dove soltanto il 34% delle richieste urgenti riceve risposta nei tempi corretti. Ancora più preoccupante la situazione delle gastroscopie programmate a 30 giorni, con solo il 31% che viene effettuato entro i limiti. Le Tac addominali urgenti, invece, non rispettano sistematicamente i tempi indicati, mentre anche la cardiologia presenta forti criticità in diverse tipologie di visite e accertamenti.