
Dieci dei suoi appena compiuti cinquanta anni li ha passati con la maglia del Siena. Lode quindi alla fedeltà, alla passione di Stefano Argilli, giocatore della Robur dal 1996 al 2005, semplicemente una bandiera. Arriva infatti in tempi non sospetti, dopo aver militato nel Rimini, anche città natale. E scoppia subito l’amore: mostra le sue doti di coraggioso ultimo uomo della difesa, ma all’occorrenza pedina che promuove azioni, che soprattutto mostra momenti non indifferenti di attaccamento ai colori bianconeri.
Nove stagioni e soprattutto vissute in un momento storico unico, non scriveremmo mai irripetibile, ma sicuramente indimenticabile. E’ quel magico passaggio dalla C1 alla serie A, un lampo che nessuno voleva credere, nemmeno quando ci trovammo tutti a Perugia per la prima partita del Siena in serie A. E’ la bellezza di esserci e fra gli eroi, quelli dallo spareggio per restare in terza serie fino alla massima esplosione di gioia a Marassi, c’è sempre Stefano Argilli, generoso uomo che sicuramente anche nello spogliatoio ha sempre fatto pesare il suo fiammeggiante carattere.
Eccolo ritratto da Augusto Mattioli nella partita che sancì l’epocale passaggio in serie B. Una serie che sembrava solo un sogno, coltivato per troppi decenni. Un capitano di lungo corso, che poi, dopo aver giocato nel Modena, nel Livorno, fino alla Cremonese, torna sui suoi passi per allenare i giovani allievi del Siena, poi vice allenatore della prima squadra con il suo solito carattere ma senza proclami, con l’umiltà vera dei grandi protagonisti.
La terra di Siena lo ha comunque stregato e allora oggi allena il Mazzola Valdarbia dopo aver diretto la Sinalunghese. Sempre in campo e sempre in gioco, in un mondo dove spesso contano anche altri valori ed altri meriti. Chi si dimentica certi salvataggi su campioni che il Siena stava affrontando, oppure quella rete decisiva che ci permise di restare in Serie A, perché la sua passione si traduceva sempre in qualcosa di splendidamente concreto. Ecco la fiaba, a lieto fine, di Stefano Argilli, coraggioso anche per certe dichiarazioni che riguardavano il calcio non giocato, pronto a metterci la faccia. Un eroe dei nostri tempi, se ancora davvero esistono personaggi che gli assomigliano davvero. Tanti auguri per i tuoi cinquant’anni, con la speranza di vederti ancora protagonista, dalla panchina, di tante belle e positive avventure.
Massimo Biliorsi