Brocci, l’uomo che inventò l’Eroica. La bellezza epica regalata al mondo

Una foto una storia La musica con gli Uragani, la politica con il Pci, poi la corsa e il ciclismo di un tempo

Brocci, l’uomo che inventò l’Eroica. La bellezza epica regalata al mondo

Brocci, l’uomo che inventò l’Eroica. La bellezza epica regalata al mondo

Su una cosa sono certo: che se avessimo una decina di Giancarlo Brocci, ben distribuiti nei vari settori della nostra economia territoriale, camperemmo di rendita per almeno tre generazioni. Ci siamo letti tutta la vita di questo geniale personaggio, che ama nascondersi dietro le proprie idee, come fanno quelli che firmano opere e poi le fanno camminare da sole: la normalità fa grandi certi uomini. Eccolo ritratto "sul luogo del delitto" da Augusto Mattioli. Si tratta delle Strade Bianche del 2017. Brocci è l’esploratore del Chianti, capace di inventarsi ciò che già c’era a disposizione: una terra magnifica, strade panoramiche, biciclette, appassionati di ogni generazione, dal professionista all’ultimo degli amatori. Insomma, un cuoco che aveva già gli ingredienti. Ma ha saputo metterli insieme come nessuno mai. Tutto qui.

Dicono che ogni idea è dietro l’angolo. E’ vero, ma nessuno aveva saputo guardarci. Si deve essere geniali per inventarsi l’Eroica, un po’ vintage, si deve essere scevri di retorica e amanti dell’organizzazione, dei contatti, giorno per giorno, avere amici giusti che sono compagni di merende, nel vero senso della parola. Ma soprattutto si deve amare la vita. Vista in questo caso da una bicicletta. E senza il Chianti gli sarebbe mancato il palcoscenico, lo scenario dove scrivere questa lunga avventura esportata in tutto il mondo. Se il mondo non veniva a trovarlo, era lui che portava il suo mondo agli altri. E il buon Giancarlo, forse senza saperlo, ha evidenziato i veri problemi del nostro territorio, dove il falegname fa l’imbianchino, il meccanico il falegname e così via.

Lui ha fatto il Giancarlo Brocci e ci è riuscito benissimo. Tanti scriveranno del suo percorso: qui meglio evitare e sicuramente a lui non piacerebbe. Vorrei però ricordare come le passioni accompagnino quelli bravi: suona con gli Uragani, si laurea in medicina, la bicicletta può aspettare. Come l’amore giusto, quello che lascia il segno, arriva come "tempo pieno" nel 2009, ed è un percorso folgorante, perché le grandi idee si moltiplicano da sole, figliano e soprattutto incantano la gente. E’ un viaggio inarrestabile: guardare al nostro panorama non è la stessa cosa che vederlo. Non si vede una cosa finché non se ne vede la bellezza. Ed è successo un miracolo, come camminare sulle acque. Lui ci ha camminato anzi le ha attraversate con una bicicletta piena di sogni.

Massimo Biliorsi