
Ne parlano solo a Siena, di Biotecnopolo. La Cgil per ribadire che dovrà essere un’occasione per rilanciare la vocazione industriale del territorio nelle Scienze della Vita. I candidati a sindaco (ieri è toccato a Emanuele Montomoli) per dichiararsi d’accordo e sollecitare rapporti con le industrie già esistenti e per aprirne di nuove, sfruttando amicizie e collegamenti internazionali. Ma dalle parti del Governo Meloni, l’argomento sembra derubricato a questione minore. Dopo la legge approvata a larghissima maggioranza in Parlamento, con gli stanziamenti previsti per la Fondazione e per il futuro Centro nazionale antipandemico, le nomine dei quattro consiglieri d’amministrazione, con Silvio Aime presidente, del direttore scientifico Rino Rappuoli e dei dieci membri del comitato tecnico scientifico tra cui Franco Locatelli e altri premi Nobel, fatte dal governo Draghi, da Roma non è arrivato nessun altro segnale.
Da Siena, invece, è arrivato anche l’intero dossier con l’approvazione dello statuto, per inserire la Fondazione Tls tra i soci fondatori (i quattro ministeri della Salute, dell’Università, dell’Economia e dello Sviluppo Economico, oggi Imprese e Made in Italy) e per nominare il quinto consigliere. Spetta al presidente del consiglio, su parere del Ministero della Sanità dopo aver sentito il nuovo socio fondatore. Ma da novembre nessun contatto. Fino a pochi giorni fa non c’era traccia nemmeno degli stanziamenti previsti per legge, a partire dai 9 milioni di euro del 2022 e 12 milioni per quest’anno. Il Governo potrebbe usare il Biotecnopolo anche come risposta all’inchiesta aperta in Lombardia per i ritardi e le mancanze nella prima fase della pandemia Covid, con ministri e presidente di Regione indagati. Ma, a parte qualche rumors sull’intenzione di attuare un po’ di spoils system con i nominati dai ministeri (Silvio Aime e premio Nobel Parisi esclusi per manifesta superiorità), c’è solo il silenzio e i proclami elettorali senesi.
Pino Di Blasio