
Biotecnopolo, c’è il vice. Polifrone eletto dal cda. L’ex ministro Speranza:: "Non sprecate i fondi"
Prima le notizie, poi i commenti e le reazioni. Dal sito della Fondazione Biotecnopolo si apprende che, tra le decisioni ’cruciali’ per la salute del Paese, prese dall’ultimo consiglio d’amministrazione, c’è la nomina a vicepresidente di Gianluca Polifrone, dirigente dell’Aifa e consigliere. Sarà il braccio destro del presidente Marco Montorsi, appena si saprà come dovranno muoversi e cosa potranno fare il cda, il direttore scientifico e il comitato scientifico della Fondazione. E’ l’ultimo aggiornamento del sito, la notizia più recente risale a ottobre 2023 ed è la laurea honoris causa di Rappuoli a Trieste.
E’ lo specchio di quello che da mesi non accade attorno al Biotecnopolo e al Centro antipandemico nazionale. Dopo lo sfogo e l’alert del direttore scientifico Rino Rappuoli, i vari ministri stanno riflettendo su come replicare alle critiche contro la loro inerzia e i bracci di ferro sul nuovo statuto e sulla scelta del direttore amministrativo. Nell’attesa, il dibattito si fa sempre più caldo. Ieri sera a Firenze, nella sala del consiglio regionale, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, oggi deputato Pd, uno dei padri del Biotecnopolo, anche se la cosa fa irritare l’attuale Governo.
"Il biotecnopolo di Siena è un progetto molto rilevante, tra l’altro affidato a scienziati di primissimo piano. Penso a Rino Rappuol,i ma nel Cda io da ministro indicai il premio Nobel Giorgio Parisi, una personalità di primissimo piano della nostra comunità scientifica nazionale. E’ fondamentale che questo progetto vada avanti perché serve al Paese, e le risorse già ci sono. Ci sono le risorse del Pnrr - ha continuato Speranza - 340 milioni di euro che io ho individuato; ci sono le risorse individuate in leggi e norme durante la stagione del governo Draghi. Quindi quei milioni vanno solo usati".
L’ex ministro Speranza raccoglie l’allarme del direttore scientifico Rappuoli. "Ho letto con attenzione l’intervista a Rino Rappuoli, condivido le sue preoccupazioni, e chiedo al Governo di intervenire nel più breve tempo possibile perché quella è una struttura strategica che serve al Paese. Magari l’avessi avuta io nel 2020 quando è arrivato il Covid, già pronta e funzionante". Il riferimento è al centro antipandemico nazionale, inserito nel Biotecnopolo e finanziato con 340 milioni di euro. Per ora rimasto solo sulla carta.
Per il Biotecnopolo di Siena e per il centro nazionale antipandemico "in 18 mesi non è stato speso un euro, non c’è un progetto, non c’è un laboratorio, non c’è un’attività di ricerca. Questo è un grande problema per Siena, per la Toscana, ma anche per il Paese perché l’Italia, a differenza di altri paesi europei, non si sta dotando di un centro nazionale contro le pandemie. Si sta tradendo la lezione che il Covid ci ha insegnato, e noi chiediamo un cambio di passo. Spero che la destra non abbia deciso di affossare il biotecnopolo e il centro nazionale contro le pandemie". Alle preoccupazioni di Speranza, fa eco l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini, altro protagonista della prima ora del progetto. "Le dichiarazioni di Rappuoli sul fatto che, se non si va avanti lui lascerà la direzione scientifica del Biotecnopolo - ha rilevato Bezzini - ci consegnano una preoccupazione altissima, un allarme che non va assolutamente sottovalutato. Il Governo Draghi aveva individuato in Toscana, a Siena, la realizzazione del biotecnopolo, stanziando risorse. E dentro il biotecnopolo doveva essere collocato il centro nazionale contro le pandemie. Complessivamente di quasi 400 milioni messi a disposizione. Queste risorse devono essere impegnate, servono progetti, serve un croprogramma, noi vogliamo vedere concretezza rapidamente".