Il ministro Anna Maria Bernini si concede ai cronisti per pochi minuti prima di entrare nell’aula magna. E ovviamente la prima risposta riguarda il futuro del Biotecnopolo, con la Fondazione e il Centro antipandemico impantanati in un dibattito sterile. "Siena sarà molto soddisfatta del Biotecnopolo - è l’esordio del ministro -. Stiamo cambiando lo statuto, stiamo cercando di renderlo sempre più adeguato alle esigenze dei territori, creando un contatto tra il locale e l’internazionale, integrandolo con personalità di alto livello. Stiamo lavorando, assieme al Ministero dell’Economia e al Ministero della Salute, ai ministri Giorgetti e Schillaci, vogliamo completare il lavoro nel migliore dei modi per dare a questo territorio una grande opportunità di crescita. Quando ci sono delle infrastrutture strategiche così importanti, tutto cresce in un territorio".
Sul tema della violenza contro le donne e la giornata di oggi, il ministro cita un docufilm dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. "Non bastano le leggi, anche se sono importanti. Crediamo soprattutto nella prevenzione, in un patto tra generazioni e agenzie formative: la scuola, la famiglia, l’università, tutti coloro che sono vicini alle persone che possono scivolare. La migliore educazione è l’unica soluzione".
Sulla prima donna eletta alla presidenza della Conferenza dei Rettori, Anna Maria Bernini ha la sua tesi: "Giovanna Iannantuoni è diventata presidente dei rettori perché è bravissima ma ogni volta sembra di riservare alle donne una quota. Invece lei si è ampiamente meritata la nomina. Stiamo ipotizzando insieme all’Anvur una giornata sulla parità di genere nelle università, per vedere quanto sia pervasiva negli atenei".
Qual è lo stato delle università italiane? "Direi buono - è la replica del ministro - credo molto nella nostra capacità di formare gli studenti in maniera strutturata e innovativa. Università più antiche come questa ospitano l’Italia migliore e più innovativa. La nostra differenza con gli altri atenei nel mondo è che noi sappiamo utilizzare le nostre straordinarie radici per creare le condizioni di un grande futuro. La reazione al calo delle iscrizioni può essere solo migliorare l’offerta formativa".
Molto spazio dell’intervento di Anna Maria Bernini durante la cerimonia è stato dedicato al diritto allo studio e ai posti letto per studenti. "Abbiamo ereditato 40mila posti letto nelle residenze universitarie, messi insieme in 40 anni. Sono assolutamente insufficienti - scandisce il ministro - il nostro target è averne altri 60mila. Il ministero non ha il compito di costruire o realizzare posti letto per studenti, dovrebbe solo allocarli sulla base del Diritto allo Studio. E’ il Pnrr che ci chiede quell’obiettivo, noi ci proviamo. Il primo anno abbiamo realizzato 8.500 posti letto, pubblici e privati. Abbiamo chiesto a Regioni, Comuni, a tutti gli enti territoriali di trovare posti letto, ne abbiamo censito 60mila potenziali, tra i quali 203 a Siena. Ma i fondi del Pnrr non sono strutturali. Abbiamo firmato un protocollo con il Demanio - continua il ministro - in base al quale chiediamo a enti locali e atenei di mettere a disposizione immobili sfitti nei centri delle città, da rigenerare creando studentati". Infine sulle proteste degli studenti: "L’Università è il luogo universale del confronto. Ma occorre esprimere la propria posizione in maniera pacifica tenendo conto delle posizioni altrui. Un punto di vista raccontato da solo senza la capacità di ascoltare gli altri è troppo unilaterale per essere definito democratico".