L’avvocato Alessandro Belli sostiene che Igor Bidilo, il celebre magnate kazako noto per aver rilevato metà bar e ristoranti in Piazza del Campo, più le Giubbe Rosse a Firenze e i marchi Nannini e Scudieri, non ha nessuna intenzione di mollare Siena per lidi più tranquilli e meno complicati dal punto di vista giudiziario. "I nuovi progetti sono tutti condivisi con la proprietà - assicura Belli, assistito dal socio Andrea Ristori - a partire dal nuovo ristorante nell’ex Conad in Piazza del Campo, per il quale aspettiamo il via libera dalla Soprintendenza".
Partiamo dalla fine. Come è andato l’incontro con i proprietari della Speranza?
"I rapporti sono distesi. Abbiamo chiesto una revisione del contratto e i proprietari si sono presi un po’ di tempo per decidere. Le opzioni sono tre, l’ultima è la più difficile: La Speranza resta nel gruppo Faro Alto, torna agli ex proprietari, oppure viene divisa e gestita a metà".
Restando in Piazza, il progetto sull’ex Conad è sempre di un ristorante gourmet?
"Sì, è quello. L’architetto Scheggi, il progettista incaricato, ha chiesto più tempo rispetto a quello previsto, perché si era in estate. Il progetto ci è stato presentato due settimane fa, i tecnici della proprietà non hanno fatto osservazioni. Manca solo il parere della Soprintendenza".
Può dare dei tempi?
"Nel caso la Soprintendenza desse parere favorevole entro fine ottobre potremmo firmare i contratti. Nel caso chiedessero delle modifiche sostanziali al progetto, dovremo avviare una riflessione. L’investimento si aggira sul milione di euro".
Quanti locali restano alla società Faro Alto?
"Il nuovo nome è stato scelto dal marketing, per rompere con il passato. I locali che fanno fatturati, dal Conca d’Oro a Massetana e Toselli, sono rimasti. Abbiamo ceduto quelli più piccoli e con vocazioni diverse dalla mission societaria. Oggi ne abbiamo 10 aperti, 6 a Siena, 2 a Firenze e 2 a Milano".
Lei sostiene che Bidilo investirà ancora in Italia...
"Il piano di espansione nazionale sarà messo in pratica nei tempi previsti. Igor Bidilo e l’amministratore Denis Milovidov puntano ancora sull’Italia".
Qual è lo stato dell’arte delle Giubbe Rosse a Firenze?
"Se i fornitori rispettassero i termini di consegna delle attrezzature, fatte su misura e ritagliate per un Caffè letterario e notificato alle Belle Arti, potremo anche aprire entro Natale. Se le consegne saltano, apriremo in primavera. A Firenze investiremo anche sul Caffè a Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli".
Tutto fa parte del piano di ristrutturazione?
"Abbiamo ceduto o dato in gestione a ex soci e ex dipendenti i locali che non generavano reddito sufficiente per un gruppo come Faro Alto. I dipendenti oggi sono 450 complessivamente, 250 a Siena compresi quelli nell’industria Nannini".
Bidilo e Milovidov volevano usare le Industrie Nannini per vendere panforte e ricciarelli in Qatar e Medio Oriente.
"Il piano di internazionalizzazione è in stand by ora, prima è necessario completare il risanamento. Abbiamo aggredito di più il mercato europeo. L’industria produce ancora dolci e caffè. Ci sono ancora delle inefficienze, ma già a fine anno si dovrebbero vedere risultati sulla torrefazione e sulla produzione. Finora è un grande laboratorio per il gruppo, vorremmo che producesse anche per altri".
Il bilancio della società?
"L’indebitamento con i fornitori è sotto controllo, quello con le banche è azzerato. Gli investimenti richiedono sempre l’intervento diretto del socio Bidilo. I fatturati si aggirano sui 23 milioni di euro. Nessun passo indietro, anzi. Una volta sistemate tutte le pratiche, sono in programma altre acquisizioni in Italia. Non le anticipo nulla, ma potremo aprire nuovi locali l’anno prossimo".