Banco in più nella nostra classe. Un regalo arrivato da lontano

Dall’Ucraina all’Italia: Kateryna ci racconta la sua storia e il sogno di diventare una stilista. SCUOLA MEDIA PIENZA.

Banco in più nella nostra classe. Un regalo arrivato da lontano

Banco in più nella nostra classe. Un regalo arrivato da lontano

Vi siete mai chiesti cosa significa scappare dalla propria città? Ricominciare una vita da zero? Vivere una guerra? Cambiare paese, lingua, abitudini? Ce lo spiegherà Kateryna, una nostra compagna di classe ucraina che lo ha vissuto sulla propria pelle. Il suo sarà un punto di vista diverso, sicuramente più interessante rispetto a quello che sentiamo tutti i giorni al TG.

Kateryna è una dodicenne, alta, magra e snella con un naso alla francese e con lunghi capelli castani che si posano graziosamente sulla sua pelle candida.

Ragazzina dal carattere introverso e chiuso, ma dalla mente aperta e sveglia e grande appassionata d’arte; infatti le piace disegnare, leggere libri gialli, stare con i suoi amici ed è imbattibile a matematica.

Lei proviene da Odessa, una grande città portuale affacciata sul Mar Nero, piena di parchi verdeggianti e importanti monumenti come la grande scala Potemkin che comprende ben 192 scalini.

Un giorno però tutto cambia: la guerra giunge fino ad Odessa, uomini colorati di verde invadono il suo paese, Katerina è costretta a preparare le valigie e dire addio alla sua città, lasciando a malincuore il suo babbo, i suoi nonni e il suo gatto rosso di nome Rygyy.

Kateryna arriva fino in Moldavia in macchina e poi in autobus passando per la Romania, l’Ungheria e l’Austria.

L’estenuante e noioso viaggio con il fratello, la mamma, la zia e il cugino dura due giorni, finalmente arriva in Italia su consiglio della nonna che già abitava a Padova da 10 anni e trova casa a Pienza.

Tutti noi ricordiamo ancora il suo primo giorno di scuola nella nostra classe in quinta elementare. Kateryna, con un giacchetto rosa scintillante e la mascherina che le nascondeva il volto, è entrata nella nostra classe rannicchiata dietro la maestra, spaventata e timida, chiusa dentro una corazza e scambiando con noi sguardi diffidenti e schivi.

L’abbiamo accolta come solo dei bambini sanno fare, felici di aver trovato una nuova amica.

Per Kateryna è stato difficile cambiare Paese e, anche se in Italia c’è il mare, a lei certo mancano le onde del Mar Nero, così come i parchi, gli amici e le montagne verdeggianti dei Carpazi. Però è riuscita in breve tempo ad imparare l’italiano, anzi sta diventando più brava di noi, e a trovare molti amici sia dentro che fuori la scuola e ormai non può più fare a meno della pasta al ragù.

Verrebbe da concludere che si tratta di una storia con un lieto fine. Invece è solo l’inizio di una grande avventura, quella di una ragazza che saprà sicuramente fare tesoro delle proprie esperienze. Noi speriamo che la guerra finisca il prima possibile e ragazzi come Kateryna possano, nonostante le difficoltà, realizzare i loro sogni: il suo è quello di fare la stilista e riabbracciare la sua terra.