
L’amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi Luigi Lovaglio
Cala domani il sipario sull’Opas di Banca Monte dei Paschi, che planerà probabilmente intorno all’80 per cento delle azioni Mediobanca. Non senza il paradosso finale: Alberto Nagel, l’amministratore delegato dimissionario di Piazzetta Cuccia per mesi in trincea contro l’operazione, ha aderito all’offerta consegnando 364mila azioni. Come lui anche il presidente Renato Pagliaro e il direttore generale Francesco Saverio Vinci.
L’ultima resa, mai ce ne fosse stato bisogno, di fronte al successo pieno di Banca Monte dei Paschi e in particolare dell’ad Luigi Lovaglio, mente dell’operazione supportata dal cda guidato dal presidente Nicola Maione. Sulla vicenda le polemiche politiche a livello nazionale sul ruolo del governo non sono ancora sopite, ma su questo ieri ha usato parole nette il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: "Noi non abbiamo aiutato nessuno", ha risposto a chi gli chiedeva se l’esecutivo avesse aiutato Rocca Salimbeni nell’operazione.
"Noi eravamo azionisti di minoranza – ha aggiunto –, azionisti pazienti e non invadenti, basta chiedere all’ad di Banca Mps che non ha mai ricevuto una telefonata per questa o quella situazione. C’erano diverse opzioni per far crescere la banca, questa ha avuto grande successo di mercato", ha aggiunto Giorgetti, spiegando anche che questo ha consentito di diminuire la quota di azioni possedute dal ministero stesso.
"Visto che tanti ci rimproveravano di avere ancora il 12 per cento di Banca Mps – ha aggiunto – a questo punto andiamo automaticamente a una percentuale molto inferiore, quindi di fatto, per chi non l’avesse notato, non abbiamo nessuna capacità di incidere". Per concludere sottolineando che Banca Mps era "una banca che ha gravato per qualche miliardo sulla finanza pubblica, e noi l’abbiamo risanata e restituito soldi al bilancio pubblico, forse questo conviene ricordarlo". Se le polemiche politiche non si placheranno tanto facilmente, domani invece si concluderà l’operazione finanziaria con il risultato finale delle adesioni. E sarà già tempo per guardare al futuro, tra delisting di Mediobanca, nuovi vertici da indicare alla prossima assemblea e una fusione che a questo punto appare la strada più probabile da percorrere.