
Il procuratore della Repubblica Boni: "I maltrattamenti in famiglia sono 200 all’anno. Le violenze sessuali finora sono 49; le violenze sessuali di gruppo rimangono limitate".
Il fenomeno della violenza di genere, diffuso anche fra i minori, c’è sempre stato? E’ una domanda che in tanti si pongono. E non c’è una risposta semplice. Ma, almeno per quel che riguarda il territorio senese, ne sa qualcosa Andrea Boni, procuratore della Repubblica: "Anni fa contavo i maltrattamenti di famiglia in due dita della mano, ed erano legati a due fenomeni: il marito ubriacone che picchiava la moglie e il figlio dipendente da sostanze stupefacenti che picchiava i genitori – ricorda il procuratore –. Il fenomeno della gelosia era molto limitato, e lo stesso dicasi delle violenze sessuali. Si capisce bene che il mondo è cambiato".
Boni ha descritto il codice rosso e la sua introduzione nel 2019 come un vero e proprio tsunami che si è abbattuto sulle procure di tutta Italia e anche su quella di Siena. "Il codice rosso – afferma – corrisponde più o meno al 20-25% dell’intero lavoro di una procura al giorno d’oggi. Lo tsunami però si è già verificato qualche anno fa a Siena, mentre negli ultimi quattro anni abbiamo avuto un solo femminicidio, che è in fase di giudizio. I maltrattamenti in famiglia sono 200 all’anno, con andamento altalenante; le violenze sessuali quest’anno sono state 49 con un dato aggiornato al 30 giugno; le violenze sessuali di gruppo rimangono in numero limitato, 2 o 3 all’anno; mentre lo stalking ormai è stabilizzato sugli 80 procedimenti annuali".
Lo tsunami di cui parla Boni è stato affrontato dalle procure con un aumento di attenzione e competenze sui temi della violenza di genere. "Oggi abbiamo tanti strumenti, il legislatore è intervenuto per far fronte a questo fenomeno – dice il sostituto procuratore della Repubblica Silvia Benetti –. Ma la fase della repressione non riuscirà a risolvere questo fenomeno sociale, che continua a imperversare, perché è necessario intervenire prima. Dobbiamo puntare sulla prevenzione e tutti coloro che hanno a che fare con i giovani hanno una grande responsabilità: vanno ascoltati e aiutati, bisogna fargli capire la violenza di genere".
Ha preso la parola anche il questore Ugo Angeloni, con un intervento su ‘I dati di interesse per le Forze dell’ordine, come e quando denunciare. Le misure di prevenzione dell’Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza’. "Dobbiamo esserci, proporre punti di vista e aspetti di intervento. La tematica non è paragonabile a quello che è sempre accaduto, i social hanno cambiato il mondo – le sue parole –. Credo che il punto di partenza sia il valore della scuola, della classe, che è unico. E’ lì che nasce la comunità, si compongono le relazioni positive, e in tutto ciò è particolarmente complicato il ruolo del docente. Dobbiamo capire quello che si può fare, è chiaro che gli strumenti ci sono. La prevenzione risiede anche in alcune attività che riguardano gli organi di polizia, ma è nel momento formativo del ragazzo che si generano i valori relazionali futuri".
Eleonora Rosi