
E’ scomparso uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana del secondo novecento, Ruggero Savinio, erede della migliore tradizione pittorica italiana, torinese...
E’ scomparso uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana del secondo novecento, Ruggero Savinio, erede della migliore tradizione pittorica italiana, torinese ma da tempo cittadino della Toscana che amava, dove ci ha lasciato novantenne nella sua casa di Cetona. Il nipote di Giorgio de Chirico aveva incrociato il mondo del Palio e della città di Siena nel 1993, quando l’Amministrazione Comunale gli affidò l’incarico per il drappellone dell’Assunta, che si distinse per l’uso particolare del velluto di seta, per il fondo scuro, dove l’artista volle fissare, come fosse uno scatto fotografico, l’immagine simbolo della Festa: la moltitudine umana nella Piazza che guarda ansiosa verso l’arrivo, con protagonista un contradaiolo che lancia al cielo un gesto d’amore e di vittoria. Uno stendardo giallo-oro divide lo spazio descrittivo voluto da Savinio, mentre resta nella mente l’immagine volutamente barocca dell’Assunta che gioca con un cielo sfumato dall’azzurro al blu. Splendido lavoro che si trova oggi nella Sala delle Vittorie della Contrada del Drago dopo la corsa vittoriosa del cavallo Vittorio, portato in testa fino all’ultimo San Martino da Andrea Chelli detto Mistero con Capitano Mario Toti. Un’artista di assoluta rilevanza, punto di riferimento per molti decenni, ricco di una innovativa classicità. Siena lo ricorda con affetto e stima. Già premio Peggy Guggenheim, nel 2012 era stato ampiamente festeggiato alla Galleria d’Arte Moderna di Roma con una grande rassegna antologica che ripercorreva tutta la sua grande carriera, dagli anni romani e quelli parigini, a contatto con altre importanti figure dell’arte mondiale.
Massimo Biliorsi