
Aceto su Brandano nel 1985 nell’Oca coglie il suo tredicesimo successo
In questa ricostruzione storico-sentimentale di cinquant’anni di Palio, con il numero 5 che ci guida, eccoci alla carriera del 2 luglio 1985. Senza togliere nulla alla potenza del cavallo Brandano, già allora un mito della piazza, questo successo della Nobile Contrada dell’Oca porta l’inconfondibile firma di Andrea Degortes detto Aceto.
Successo voluto, cercato, con assoluta padronanza, uno stile "cattivo e determinato", un qualcosa che assomiglia a un dominatore più che a un ottimo fantino. Intanto la Tratta ha dato il suo responso: oltre la discesa di Brandano in Fontebranda, c’è Benito che per la terza volta va nel Leocorno, ci sarà poi addirittura una quarta. Cavallo che evidentemente amava la stalla della valle di Follonica. Baiardo va in Giraffa con la monta del lanciatissimo Moretto.
Il resto è un lotto omogeneo che è tuttavia distante da questi primi cavalli. Oggi una scelta dei capitani fatta in questo modo sarebbe semplicemente impensabile. Dopo la caduta della Selva e della Tartuca, al primo Casato, il Palio è già praticamente deciso, con la corsa prepotente dell’Oca con un Aceto in una fase perfetta della sua carriera.
Vince a mani basse, nonostante qualche accenno di ribellione a questo potere assoluto.
Capitano vittorioso è Algero Bani con tenenti Fabrizio Falorni e Rodolfo Montigiani. Anche questa è poesia: tredicesimo successo sul Campo per Aceto, il che significa eguagliare un altro mito della piazza, il grande Meloni detto Picino.
Due maestri in epoche lontane, due modi distanti di vivere la vita da fantino, ma due maestri che in Fontebranda hanno trovato il miglior estro del loro talento. Il resto sono soltanto chiacchere che vengono spazzate dal primo vento della sera. Il 1985 tuttavia, oltre questa oggettiva supremazia, ci mostra gli accenni di un tempo che sarà: il fatto che Il Pesse può già scegliere da vero big della piazza, che Spillo ha dalla sua non certo la fortuna ma un assoluto coraggio e lo mostra in Pantera, che la Torre con Bagnolo e Bazzino ci ha provato nonostante gli evidenti ostacoli trovati sulla loro strada.
Aceto offre gli ultimi grandi colpi: il tempo passerà anche per lui, ma la gloria, non quella effimera ma quella segnata dai successi, resterà nell’eterno mondo del Palio. Si ricorda, a venti anni dalla scomparsa, il grande mecenate conte Guido Saracini. Anche in piazza si suona una sinfonia di sicuro successo. Quella del maestro Andrea Degortes.