La Luni antica non finisce mai di stupire. Alla luce altri segreti delle domus romane

Il punto con Simonetta Menchelli sulle nuove scoperte fatte in queste ultime settimane. Domani l’open day nell’area archeologica

La Luni antica non finisce mai di stupire. Alla luce altri segreti delle domus romane

Il punto con Simonetta Menchelli sulle nuove scoperte fatte in queste ultime settimane. Domani l’open day nell’area archeologica

Si conclude oggi la campagna di scavo 2024 dell’Università di Pisa nell’area archeologica di Luni. Un’attività di quattro settimane che, come ogni anno, ha portato alla luce nuovi ritrovamenti. "Fra i risultati più significativi - spiega la direttrice degli scavi Simonetta Menchelli, professoressa di Topografia antica e Archeologia subacquea dell’Università di Pisa - c’è il ritrovamento di nuovi ambienti che forniscono ulteriori dati sulla planimetria delle due domus costruite nel I secolo a.C. In particolare nella domus A, quella a nord, dove è stata messa in luce un’ampia sala di rappresentanza. Mentre nella domus B, quella a sud, sono state rese interamente visibili le due vasche del ninfeo, la fontana monumentale che orna il giardino interno". Non solo. "Dagli scavi - aggiunge Menchelli - è risultato chiaramente che il Tempio si affacciava con il suo portico sul Cardo Maximus, la via principale proveniente dal porto, e sono emersi nuovi dati su come è stato costruito".

Risultati forse poco significativi per i profani ma molto importanti per gli archeologi che, anno dopo anno, permettono di comporre un puzzle ampio e complesso che racconta la storia, l’organizzazione urbanistica e la vita quotidiana del quartiere sud orientale dell’antica città di Luni. Risultati che domani, dalle 15.30 alle 18, gli archeologi condivideranno con i visitatori, appassionati e curiosi, nella giornata conclusiva della campagna 2024. Un open day con visite guidate agli edifici e alle strutture portati in luce e con l’esposizione dei mosaici e dei reperti più significativi. Il costo del biglietto d’ingresso al museo e all’area archeologica è di 4 euro, ridotto 2, gratuito da 0-18 anni.

Gli di scavi sono stati eseguiti in regime di concessione dalla Direzione regionale musei nazionali di Genova e diretti da Simonetta Menchelli, affiancata dai colleghi Paolo Sangriso, Silvia Marini e Rocco Marcheschi. A lavorare di braccia, piccone, vanga e cazzuola, sono stati 25 studenti del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa. Ad affiancarli, alternandosi in turni di quattro a settimana, un gruppo di studenti dell’Istituto Parentucelli-Arzelà di Sarzana, sedici in totale, all’interno di un progetto per le competenze trasversali e l’orientamento.

Iniziate nel 2014, le campagne di scavo sono eseguite annualmente in periodi di quattro settimane. Una volta concluse, l’attività di ricerca continua a Pisa. "Si prosegue con il lavoro di documentazione - spiega Menchelli -, di ricostruzione degli edifici, registrazione dei reperti, i laboratori di ceramologia, gli studi antropologici sui resti degli scheletri eventualmente ritrovati. Se avessimo maggiori finanziamenti potremmo fare anche una seconda campagna di scavo in primavera. Ma al momento non è possibile".

Alina Lombardo