SILVIA BINI
Politica

Ecco il commissario, è la prima volta. Ma ora Prato rischia la paralisi

Dopo le dimissioni di Ilaria Bugetti (effettive dopo venti giorni) si aprirà una lunga gestazione. Impossibile attaccarsi al treno delle Regionali (per ostacoli tecnici). Si voterà a primavera 2026?

Ecco il commissario, è la prima volta. Ma ora Prato rischia la paralisi

Prato, 22 giugno 2025 – Il sabato che Prato non dimenticherà. Quello in cui il portone del Comune è rimasto chiuso, in silenzio. Silenzio irreale, telefoni spenti. Nessuno risponde. Nessuno parla. Come se anche le parole avessero bisogno di tempo per riprendersi dallo choc.

Il terremoto politico scatenato dall’avviso di garanzia per corruzione, con richiesta di domiciliari, alla sindaca Ilaria Bugetti ha travolto tutto. Insieme a lei, nel fascicolo della Direzione distrettuale antimafia, anche Riccardo Matteini Bresci, imprenditore tessile già condannato in passato. Bugetti si è dimessa. Ha preso tempo per farlo, ha tentato di resistere, ma poi ha ceduto. Le dimissioni sono ora sul tavolo del Prefetto: diventeranno definitive tra venti giorni, ma il conto alla rovescia è già partito.

Con la sindaca decade il consiglio comunale, cade la giunta. Tutto azzerato. La città si ritrova nelle mani di un commissario, nominato dal Prefetto, che avrà pieni poteri: gestirà l’amministrazione, rappresenterà l’ente, governerà ogni decisione. È la prima volta in ottant’anni di storia politica cittadina. Mai era accaduto che Prato restasse senza guida eletta.

E non sarà un commissariamento breve. L’ipotesi di accorpare le comunali con le regionali del 2025 si scontra con ostacoli tecnici insormontabili. Così, si apre un lungo interregno, che condurrà alle elezioni amministrative molto probabilmente, nella primavera del 2026. Nel frattempo, la città si ferma. Resta in piedi solo l’ordinaria amministrazione. Ma tutto il resto si paralizza, e la domanda che in molti si pongono è: che ne sarà del Pnrr? E degli investimenti? Molti progetti sono ancora in fase di decollo. Le gare, le autorizzazioni, i lavori: tutto era in attesa di partire. Ora il rischio è che quel treno si perda.

Prato, la città tessile più importante d’Europa, entra così in una fase di stallo in un momento già difficile. I mercati rallentano, le imprese cercano ossigeno, e la politica – proprio ora – abdica. Mesi persi, dicono alcuni. Mesi per ripartire, sperano altri. Che succede adesso? Che direzione prendere? Cosa sperare?

Nel Pd si chiude il cerchio intorno a Bugetti. Le dimissioni vengono lette come “scelta di responsabilità e rispetto per la città”. Ma si guarda avanti. Si sfogliano i petali della prossima sfida elettorale. Le tifoserie si scaldano. Si fanno strada i giovani Dem, vicini alla segretaria Elly Schlein con in testa il segretario Pd, Marco Biagioni. Nuova linfa per restituire un’immagine diversa. Meno probabile, anche se da una parte c’è chi sogna, è il ritorno di Matteo Biffoni, sindaco per dieci anni, oggi proiettato verso le Regionali.

Nel centrodestra, il confronto è fissato per domani. Una riunione per fare il punto e definire la linea. Cambiare rotta, questo il mantra. In campo ci sono più nomi, con in testa la parlamentare di Fratelli d’italia Chiara La Porta, ma tutto sarà deciso anche in base a cosa accadrà sul tavolo regionale. Intanto Prato osserva. Si interroga. Prova a rialzare la testa. Ma lo fa in silenzio, sotto un cielo incerto. E con un portone ancora chiuso.