LAURA NATOLI
Cronaca

La scaraventa sul letto e poi la immobilizza: ma per il giudice non è violenza

Prato, le motivazioni con cui è stato assolto un uomo di 26 anni, condannato invece per tentato omicidio. Sempre nei confronti della stessa vittima

I fatti risalgono al 2020: sul posto erano intervenuti i carabinieri

Prato, 11 settembre 2022 - L’ha gettata con violenza sul letto, poi le è saltato addosso bloccandole le braccia e il corpo e dicendole quanto la desiderava. Ma non è violenza sessuale. Piuttosto, per il giudice di Prato Leonardo Chesi, si tratta semplicemente di un "approccio", del tentativo di un uomo di "fare colpo" su una donna che desidera nonostante quest’ultima non gradisse quelle attenzioni fuori dalle righe. D’altronde, insiste il giudicei, "non sembra che quell’episodio abbia ingenerato nella donna un particolare sentimento di disagio della propria sfera sessuale". Con queste motivazioni il giudice ha assolto, a sorpresa, un nigeriano di 26 anni, difeso dall’avvocato Antonio Bertei, dall’accusa di tentata violenza sessuale condannandolo, invece, a quattro anni e otto mesi per l’altro reato contestato, il tentato omicidio nei confronti della stessa donna, una coinquilina originaria del Camerun di 34 anni, che si è costituita parte civile nel processo.

La sentenza, in rito abbreviato, è stata emessa a luglio e nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni. La Procura, che aveva chiesto una condanna complessiva a sei anni, ha già fatto appello contro l’assoluzione per la tentata violenza sessuale ritenendo quell’episodio troppo grave per essere derubricato a semplice approccio. I fatti risalgono alla fine del 2020 quando i carabinieri intervennero in un appartamento di via Lorenzo Valla su richiesta di una donna. I due condividevano la casa insieme ad altre persone quando una sera scoppiò un violento litigio in cucina. Il nigeriano afferrò un coltello e lo puntò in faccia alla donna gridandole " ti cavo gli occhi, ti uccido ". Fu grazie all’intervento di un’altra coinquilina che la situazione non degenerò ulteriormente. All’arrivo dei carabinieri la donna sporse denuncia raccontando delle continue avance del nigeriano e, soprattutto, di quell’episodio violento quando lui la scaraventò sul letto impedendole di muoversi. Da qui la doppia imputazione a carico del nigeriano per tentato omicidio e tentata violenza sessuale.

Sul tentato omicidio il giudice non ha avuto nulla da eccepire ma sull’episodio di presunta violenza sì. Per il giudice il fatto c’è stato, quello non è messo in dubbio, ritenendo il racconto della vittima "attendibile e credibile" e ben "ricostruito nei dettagli". Ma non può essere considerata una violenza in quanto "la condotta dell’imputato ha avuto una brevissima durata", "non c’è stato nessuno sfregamento delle zone erogene, ma solo la sopraffazione di un corpo sull’altro". E ancora: "In fin dei conti il comportamento dell’uomo non è stato poi così violento in quanto la vittima è riuscita a divincolarsi". "Le sole frasi proferite dall’uomo non ricostruiscono l’unicità dei fatti". Insomma per il giudice essere scaraventati su un letto e bloccati nei movimenti è solo "un’azione prodromica e precedente" all’inizio del crimine.