REDAZIONE PRATO

"Veterinario da 50 anni Adesso tutto è cambiato"

Bocetti ha festeggiato mezzo secolo: "In ambulatiorio anche scimmie e cavalli E un vitello scappato dal macello nella corsa finì contro la mia vetrina..."

Cinquant’anni di professione veterinaria e ancora oggi il dottor Marco Boccetti continua a curare i suoi animali. Il suo ambulatorio di via Lazzerini 46 proprio ieri ha festeggiato il mezzo secolo di vita: è stato il secondo aperto a Prato, dopo quello del dottor Paoletti vicino a piazza Duomo. Boccetti nel 1969 si laureò in veterinaria all’università di Pisa e l’anno scorso fu premiato dall’ateneo pisano in occasione dei cinquant’anni dalla laurea. "Nei primi mesi di lavoro – ricorda – mi dedicai alla cura dei cavalli perché all’epoca c’erano diversi allevamenti. Rammento persino un cliente che portò il cavallo in ambulatorio. Poi mi sono occupato di cani, gatti, animali da cortile, pappagalli e ho steccato la zampa pure ad un canarino. Direi che il veterinario cinquant’anni fa si poteva paragonare ai medici durante la prima guerra mondiale: non c’erano testi di riferimento né strumentazioni per indagini approfondite". Boccetti, 77 anni, è un pozzo di ricordi e aneddoti di una Prato che non c’è più ed ha visto la trasformazione del rapporto fra persone e animali. "Negli anni ’70 – aggiunge – c’era la moda delle scimmie e qualcuno a Prato ce l’aveva e me la portava. Una mattina poi, non ero in ambulatorio, mi raccontarono che un vitello riuscì a scappare dal macello e nella corsa per la strada finì a sbattere proprio contro la mia vetrina... una strana coincidenza". Boccetti ha curato moltissimi cani in quanto sul territorio si erano diffusi diversi allevamenti: mastini napoletani, segugi, pointer, spring spaniel; grande amante degli animali, ha avuto in casa sino a 18 cani.

Una passione, quella per gli animali, condivisa dalla moglie Maria Elba e dalla figlia Elisa che però ha scelto la laurea in scienze naturali; ora c’è la nipotina Camilla, 8 anni, che è la vera appassionata di veterinaria e segue già da osservatrice il nonno in studio. "Il rapporto caneuomo – dice Boccetti – un tempo era più sincero: il cane faceva il cane e l’uomo faceva l’uomo, con amore reciproco. Il mondo degli animali è cambiato e forse troppo amore materno viene riversato sui cani. Oggi, si sono create forme di stress negli animali: i cani hanno difficoltà a riconoscere i propri simili". Come festeggerà questo traguardo? "Come faccio ogni giorno: alle 17 aprirò lo studio e aspetterò i vecchi e i nuovi clienti. Come veterinario non mi sono mai sentito inferiore ai medici perché sono contento di aver fatto questo mestiere, con i miei errori, con tanta pazienza e con soddisfazione. Ho collaborato con la rivista "Diana" per 15 anni e mi sono sentito un pioniere a Prato nella veterinaria".

M. Serena Quercioli