
Ha preso il via ieri la 55ª edizione del salone internazionale di Verona ‘Vinitaly, per concludersi il 5 aprile. Una kermesse ormai divenuta storica e di interesse planetario in grado di coinvolgere ben cinquantotto paesi sparsi nel mondo per un’industria, quella vitivinicola, che solo in Italia genera un fatturato di oltre trenta miliardi. Con un’immagine sempre più ‘smart’, Vinitaly continua a esercitare anche quest’anno il proprio appeal anche sui produttori di vino del Consorzio del Carmignano che, tranne qualche defezione per scelte aziendali, sono presenti all’evento fieristico. Molto caro il prezzo del biglietto, per non parlare di quello degli spazi che però sono capillarmente occupati, mentre i pochi liberi vengono subito contesi. "Avremmo voluto espandere ancora il nostro stand, ci sarebbe piaciuto fosse adesso decisamente più grande – fa sapere Silvia Vannucci di ‘Piaggia’ – Purtroppo ci è stata preclusa ogni possibilità. Così siamo nello stesso posto ormai divenuto tradizionale per chi ci conosce e lo visita da molti anni. Non avremmo mai rinunciato a partecipare anche a questa edizione, Piaggia è una fattoria che produce vini ormai famosi anche a livello internazionale e Vinitaly rappresenta pur sempre una splendida vetrina e un luogo di incontri d’elezione". Di ben altro avviso è il presidente del Carmignano Fabrizio Pratesi che ha deciso di non portare i suoi vini al salone. "Secondo me – spiega Pratesi – è una manifestazione ripetitiva e ormai priva dell’attrattiva che poteva avere un tempo. Il gioco sostanzialmente non vale la candela. Il mio rapporto con la clientela è ben solido e, detto chiaro, non credo sia saggio spendere tempo e soldi in una ‘vetrina’ che secondo me ha perso buona parte del suo fascino, anche per via delle tante iniziative mondiali di spessore molto più grande".
Beppe Rigoli dell’azienda ‘Ambra’ crede che questa sia un’opportunità preziosa per ritrovarsi con vecchi amici: "Abbiamo clienti europei, americani e giapponesi che potrei definire storici, quindi mi fa piacere ritrovarli e rinsaldare i nostri rapporti. Non sono affatto alla ricerca di nuovi importatori, ma reputo questa un’occasione preziosa per parlare di vino in un contesto autorevole, dopo questi ultimi anni di forti restrizioni dovuti alla pandemia". Beatrice Contini Bonacossi di ‘Capezzana’ è dal canto suo letteralmente entusiasta: "La nostra famiglia sarà presente a Verona quasi al completo a occupare il nostro stand ‘storico’ dove aspettiamo di salutare i nostri clienti di sempre e in special modo i nostri agenti italiani, vista la nostra forte incidenza sul mercato vinicolo nazionale. Per noi è anche una buona occasione per far assaggiare le nuove annate dei nostri vini, alcuni dei quali non ancora imbottigliati e ci sarà anche mia sorella Benedetta con il suo premiatissimo vinsanto. Contiamo naturalmente anche sul giudizio dei visitatori appassionati, perché siamo convinti che il parere dell’utente finale rivesta assoluta importanza. Ovviamente ci rendiamo conto che il costo del biglietto piuttosto elevato può scoraggiare molti, però serve anche a fare una buona ‘scrematura’, tutto sommato necessaria a favorire l’ingresso al Vinitaly soltanto agli intenditori e agli autentici appassionati".
Guido Guidi Guerrera