REDAZIONE PRATO

"Mia moglie fragile uccisa dal Covid. Troppi ritardi nella vaccinazione"

La storia di Ornella, che non ha avuto la prima dose. Il marito: "Se fosse stata nel Lazio si sarebbe salvata"

Un vaccino

Prato, 9 luglio 2021 - Il 27 marzo sono stati segnati dal figlio nel portale regionale delle vaccinazioni per persone ultra fragili. Il codice per la prenotazione è arrivato fuori tempo massimo, quando ormai Ornella, 70 anni a dicembre prossimo, e il marito Roberto, 73 anni, avevano già contratto il Covid.

E il virus non ha avuto nessuna pietà: dopo poche settimane ha strappato agli affetti Ornella, che nel 2017 aveva subìto un intervento a tre valvole cardiache. Una storia paradossale, proprio come abbiamo già segnalato nelle settimane scorse: un’altra morte evitabile, quella di Roberto Camuso, 67 anni, trapiantato di cuore e vaccinato in ritardo, come ha denunciato a La Nazione, la moglie Daniela Luchetti. Quest’ultima ha scritto perfino al presidente della Regione, per segnalare il suo caso, ma non ha ricevuto risposta.

C’è disperazione in chi rimane salvo dall’infezione. "Ci siamo accorti purtroppo di aver contratto il virus alla fine di aprile – racconta il marito di Ornella –. Io sono risultato positivo il primo maggio e mia moglie il 2. Anche io, come lei, eravamo stati iscritti nel portale degli estremamente vulnerabili. Ho avuto un trapianto di cornea".

I primi giorni con i sintomi della malattia li hanno trascorsi a casa. "Mia moglie aveva la febbre alta. Fino al 5 maggio è rimasta a casa, perché comunque non pareva così grave. Invece il 6 maggio il medico dell’Usca ha rilevato qualcosa che non andava negli esami del sangue. E’ stato deciso di trasportarla in ospedale ed è stata ricoverata nel reparto Covid".

Ornella e Roberto non avevano fatto ancora alcuna dose di vaccino. "Ci si aspettava Moderna o Pfizer – prosegue Roberto –. La procedura seguita era giusta e abbiamo telefonato tante volte perché eravamo in pensiero". L’ironia della sorte (se si può definire in questo modo) ha voluto che il 2 maggio arrivasse la fatidica mail "con il codice per i fragili... peccato che ormai era troppo tardi. Avevamo contratto il virus – aggiunge l’uomo con la voce rotta dal pianto –. Se almeno mia moglie avesse ricevuto il vaccino alla fine di marzo, avrebbe avuto una bella protezione e chissà... ma prima sono passati avanti altre categorie per volontà della Regione. Fossimo stati in Lazio, sarebbe stato tutto diverso, mia moglie si sarebbe potuta salvare". Un rimpianto senza fine per Roberto che il 14 maggio, ha dovuto salutare per sempre la sua Ornella.

Sa. Be.