
di Francesco Bocchini
Tutti in fila in paziente attesa, tutti pronti a scoprire di essere stati o meno contagiati dal coronavirus. Si è rivelato un successo inaspettato la prima delle due serate in piazza del Comune dedicate ai test sierologici gratuiti. Ancora prima delle 22 (orario d’inizio dell’iniziativa) e fino alle 2 di notte, 400 persone si sono diligentemente sistemate in fila intorno alla statua di Francesco Datini per sottoporsi al prelievo di una goccia di sangue al dito, aspettando poi la risposta accanto al gazebo allestita dalle associazioni di volontariato che hanno dato la loro adesione.
Test rapidi che nel giro di dieci minuti indicano la presenza di anticorpi nel sangue e, in caso positivo, suggeriscono la necessità di topporsi al tampone per scoprire se il contagio è ancora in corso. Sui 400 tesi di ieri sera, solo una decina sono risultati positivi. l target? Dai 40 ai 50 anni l’età media di coloro che hanno deciso di approfittare del servizio che rientra nel progetto regionale ’Movida sicura’. Diversi giovani, specie nel cuore della notte, ma pure famiglie e anziani, che non si sono fatti abbattere dall’attesa di un’ora e mezzo necessaria a scalare il serpentone umano. E allora meglio se in compagnia, come nel caso della coppia di fidanzati formata da Giuseppe Imperiale e Martina Barluzzi. "E’ soprattutto lei a volersi sottoporre al test, ma l’ho fatto pure io", dice Giuseppe sorridendo. "Quasi due ore di fila non sono semplicissime da affrontare, però questa è un’ottima iniziativa e la risposta di pubblico lo testimonia. Magari avrebbero potuto organizzare meglio la fila, utilizzando delle transenne così da indirizzare le persone. Però questo alla fine è appena un dettaglio". Ad affrontare i test anche Francesca Marinelli e Benedetta Ciabilli. "Dopo avere cenato in centro ci siamo subito dirette qui per accodarci. Fortunatamente siamo riuscite a sottoporci al test, ma giusto per un soffio, dato che dopo una certa ora la fila di fatto è stata chiusa per troppo affollamento", raccontano le due giovani amiche. "Crediamo si tratti di un’iniziativa utile e da riproporre, seppur con alcuni correttivi.Chi ha deciso di usufruire di questo servizio ha dimostrato senso di responsabilità. L’augurio è che sempre più persone, soprattutto fra i giovani rientrati dalle vacanze, effettuino i controlli del caso". Specie chi lavora a contatto con il pubblico, come Brando Ossani, titolare del cinema Eden di via Benedetto Cairoli. "Avendo riaperto le sale, mi sono sentito in dovere di cogliere questa bella opportunità. L’ho fatto non solo per me, ma anche e soprattutto per i miei fedeli clienti. La sicurezza viene sempre prima di tutto e credo sia giusto che ogni commerciante pensi innanzitutto a tutelare il benessere fisico dei clienti e del personale".
Fra i forzati della fila anche Clarissa Mazzoni, da poco tornata da Londra dove stava sostenendo un’esperienza lavorativa prima che l’emergenza sanitaria la riportasse a casa. "L’attesa è stata tanta, perché due ore non passano quasi mai, e con me avevo pure il mio cane, che poverino non resisteva proprio più. Però ne è valsa la pena. In coda ho visto persone di più fasce d’età. Anche per gli anziani non deve essere stato uno scherzo pazientare così tanto". Trecento test in quattro ore rappresentano un bel risultato. Anche se appare riuscito a metà l’obiettivo di intercettare soprattutto i frequentatori della movida, che c’erano solo in parte. Ieri sera si è replicato e il risultato è stato più o meno lo stesso. Tutti in fila contro il Covid