
Il deposito dopo l’esplosione
Nuove perquisizioni per verificare l’eventuale danno ambientale in seguito all’esplosione nel deposito di carburanti Eni a Calenzano. Sono quelle che sono state disposte dai giorni scorsi dalla procura di Prato, nell’ambito delle indagini sul disastro del 9 dicembre scorso. Le nuove perquisizioni sono riferite al secondo filone d’inchiesta quello nel quale si ipotizza reati di tipo ambientali e in particolare lo sversamento di sostanze industriali nei canali di scolo intorno al deposito. Gli investigatori sono tornati negli uffici Eni, e di quattro tra responsabili del deposito e dirigenti Eni indagati nell’ambito del secondo filone d’inchiesta: la dirigente incaricata della gestione del centro di Calenzano, Patrizia Boschetti, la responsabile del servizio protezione e prevenzione del deposito, Emanuela Proietti, il responsabile del deposito, Luigi Cullurà e un tecnico addetto alla manutenzione, Marco Bini, in qualità di responsabile della rete fognaria, delle pavimentazioni e delle infrastrutture. Le accuse sono riferite allo studio ambientale commissionato dalla procura a un perito e sono collegate agli scarichi delle acque reflue industriali nel fosso Tomerello provenienti dal deposito. Per la procura gli indagati avrebbero "provveduto ad aprire o comunque consentito che venissero effettuati nuovi scarichi" "senza l’autorizzazione unica ambientale avrebbe dovuto essere rilasciata" dalla Metrocittà, "mediante un bypass che mette in comunicazione la vasca di fine trattamento del ciclo" con il fosso. "Permettevano – aveva spiegato ad aprile il procuratore Luca Tescaroli in una nota – lo scarico di acque reflue che hanno determinato una concentrazione di idrocarburi maggiore del limite". La procura mira ad accertare se ci sia stato "inquinamento ambientale nelle acque". Questo filone d’inchiesta si aggiunge al primo, quello principale, aperto per omicidio colposo plurimo e disastro. Nell’esplosione rimasero uccise cinque persone ( tre autotrasportatori e due operai che stavano eseguendo i lavori per la riconversione di una linea di benzina) e ferite altre 26, alcune in modo molto grave. Gli indagati sono nove e di recente è cominciato l’incidente probatorio richiesto dalla procura.