Turista morto in S. Croce Il pm: "Si poteva evitare"

Chiesta la condanna a nove mesi per la commercialista pratese Irene Sanesi . Quanto rischiano gli altri vertici dell’Opera. La famiglia risarcita con 2 milioni

Condanne fino a 1 anno e mezzo sono state chieste dalla pubblica accusa al processo per la morte del turista spagnolo Daniel Testor, deceduto il 19 ottobre 2017 dopo essere stato colpito da un frammento di pietra staccatosi dal soffitto della basilica di Santa Croce a Firenze. La condanna, a 9 mesi, è stata chiesta anche per la commercialista pratese Irene Sanesi, all’epoca del fatto presidente dell’Opera Santa Croce. "Con un costante monitoraggio si sarebbe potuto rilevare l’aumentato rischio di cedimento", ha detto la pm Benedetta Foti, chiedendo la condanna per tutti gli imputati accusati di omicidio colposo: oltre a Sanesi (difesa dall’avvocato Tullio Padovani), Stefania Fuscagni che l’ha preceduta (1 anno), il segretario generale Giuseppe De Micheli (1 anno e 6 mesi) e il tecnico responsabile Marco Pancani (1 anno e sei mesi). La famiglia del turista non si è costituita parte civile perché risarcita con oltre due milioni di euro prima dell’inizio del processo.

Per l’accusa, la morte di Pastor non fu dovuta solo a una tragica concatenazione di eventi ma anche a controlli inadeguati dei committenti dei lavori di manutenzione. Secondo i consulenti del pm, il distacco del peduccio in pietra serena dal capitello sarebbe stato provocato dal "progressivo degrado del materiale lapideo" a sua volta causato dalle infiltrazioni d’acqua negli anni. Ciò nonostante gli interventi negli "negli ultimi quindici anni" evidenziati dall’Opera, per "un impegno economico di 24 milioni circa; interventi specie su coperture, elementi architettonici, struttura muraria, bifore e sul campanile e struttura antivibrazioni. E altro. Tutto sotto il diretto controllo delle Soprintendenze competenti, per un’area di 12.000 metri quadrati dove vengono custodite oltre 4.000 opere".

"Davvero si può esigere un comportamento da parte del committente dei lavori di manutenzione? Firenze è città antica quanto fragile. Cose del genere, accadono. Un addetto della Soprintendenza venuto qui a testimoniare ci ha detto che avevano pensato che un fatto così sarebbe potuto accadere ovunque. Ovunque, ma non in Santa Croce...". Così l’avvocato Luca Bisori ha concluso l’arringa per il geometra Marco Pantani. Sintesi – quella di Bisori – tesa a evidenziare una condotta diligente nella manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso monumentale.

"L’Opera di Santa Croce è impegnata, con determinazione, nella missione secolare di tutelare e condividere il valore del complesso monumentale che costituisce un bene prezioso dell’umanità intera – dicono dall’Opera Santa Croce –. Questo compito, sempre prioritario, è stato svolto con continuità, indicando, attraverso specifiche direttive, gli obiettivi da raggiungere e assegnando per la loro realizzazione ingenti risorse economiche. Prendiamo atto con rammarico delle richieste presentate dall’accusa, restiamo fiduciosi nell’esito del giudizio. Il tragico incidente avvenuto nell’ottobre 2017 all’interno della basilica resta un fatto assolutamente doloroso e, ancora una volta, l’Opera di Santa Croce non può che rinnovare la sua profonda e sincera vicinanza alla famiglia di Daniel Testor Schnell".