REDAZIONE PRATO

Troppi assenti, saltano le partite Lo sport non è immune alla febbre

Dal calcio alla pallavolo anche il mondo sportivo è alle prese con decine di bambini e ragazzi malati. Andreini: "Soprattutto per pulcini e i turni dei primi calci è stato un problema". Squadre decimate

L’influenza mette a tappeto bambini e ragazzini. E gli effetti balzano subito agli occhi vedendo la lista degli assenti in classe e di conseguenza in tutte le attività collaterali a cominciare dagli sport. Calcio, pallavolo, judo nessun escluso tanto che in più occasioni le squadre sono state costrette a ritirarsi per mancanza di giocatori. È successo nei giorni scorsi durante la sfida under 14 di pallavolo tra Castellina e Via Guerra, è successo alla Galcianese calcio tanto per citarne alcuni. A mettere ko intere squadre e classi non è solo l’influenza stagionale, ma sono anche i virus para-influenzali che circolano tra la popolazione e in particolar modo tra i bambini.

"Nelle ultime due settimane c’è stato un deciso di calo di ragazzi", spiega Antonio Nelson Facchi direttore sportivo del Csl Prato social Club. "L’influenza circola tra i bambini più piccoli, ma anche tra i ragazzi da 14 a 19 anni abbiamo registrato molte assenze. Per fortuna durante le partite siamo sempre riusciti ad avere il numero minimo di giocatori. Ma non nascondo che questa influenza sta mettendo a dura prova anche il mondo dello sport. solitamente su 22 convocati mancano uno e due ragazzi, in queste ultime settimane ne mancavano ogni volta anche sei o sette, comunque quelli presenti sono sempre stati in numero sufficiente per poter disputare la sfida". Colpiti dall’influenza di stagione soprattutto i pulcini e la scuola primi calci della Galcianese: "Altroché se abbiamo registrato assenze", commenta il presidente Andrea Andreini. "Ad essere colpiti dall’influenza sono stati soprattutto i bambini più piccoli della scuola calcio, tanto che alcune partite sono state rimandate perché non avevamo il numero sufficiente per giocare". E le scuole non fanno certo eccezione, le famiglie sperano nelle vacanze natalizie per dare una tregua alle continue ricadute tra tosse, raffreddore e febbre. Le chat dei genitori nelle ultime tre settimane sono bollettini di guerra, il centralino dei pediatri è irraggiungibile. È un’epidemia. Non di Covid, ma di influenza. E colpisce soprattutto i più giovani e i piccoli, decimando classi intere, e insegnanti. I primi casi si sono verificati intorno alla metà di novembre, poi è stato sempre più un crescendo, tanto da dimezzare intere sezioni di alunni di tutte le età. Dalla materna alle superiori nessuno è stato escluso. La diffusione così ampia è dovuta anche al fatto che negli ultimi due anni i bambini e i ragazzi si sono disabituati ad entrare in contatto coi virus, quindi, soprattutto per i più piccoli, manca la memoria immunitaria e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto dei docenti che si trovano ad insegnare a classi semivuote già da settimane e degli allenatori che parlano ad un cerchio sempre più ristretto di aspiranti atleti decimati dalla febbre.

Silvia Bini