MARIA LARDARA
Cronaca

La Mezzaluna fa ritorno al Pecci. Dopo dieci anni di abbandono il lieto fine per l’opera di Staccioli

Terminato il restauro entro giugno sarà ricollocata qualche metro più avanti della posizione originaria. Grazie al finanziamento della Fondazione si recupera un simbolo della città. "Un cerchio che si chiude". .

Il sopralluogo al Pecci in attesa della Mezzaluna con Diana Toccafondi la sindaca Bugetti e Collicelli Cagol

Il sopralluogo al Pecci in attesa della Mezzaluna con Diana Toccafondi la sindaca Bugetti e Collicelli Cagol

Siamo vicini al lieto fine per la Mezzaluna realizzata da Mauro Staccioli nel 1988, l’anno di inaugurazione del Pecci. Entro giugno tornerà alla sua originaria collocazione, qualche metro più avanti rispetto alla posizione pensata dallo scultore, così da incastonarsi nel contesto mutato con l’ampliamento del museo avvenuto dieci anni fa. Dieci anni in cui è caduto l’oblio su un’opera monumentale che è legata a doppio filo alla nascita del Pecci: lo scheletro in ferro giaceva e giace ancora nel Macrolotto 1, all’interno di un terreno di proprietà comunale in via Toscana. C’è voluto l’impegno finanziario di Comune e Fondazione Cassa di Risparmio (rispettivamente, 220mila e 19mila euro per mettere la parola fine a una triste vicenda che si trascinava da troppo tempo. Ma c’è voluta anche una sinergia fra il Pecci e l’Archivio Staccioli per far sì che la nuova ubicazione ricalcasse fedelmente le indicazioni dell’artista dopo le operazioni di smontaggio di "Prato88". Nella nuova collocazione, sarà leggermente inclinata la scultura con un orientamento più in diagonale rispetto all’ingresso del Pecci, per il quale "Prato88" rappresenta un’opera fortemente identitaria: l’installazione fu donata da Elda Franchi Pecci in ricordo del marito Enrico. "Un cerchio che si chiude – dice il direttore Stefano Collicelli Cagol - un’opera che dà accoglienza a chi arriva a Prato e al Pecci, e che valorizzeremo già con Smisurata, la mostra che inaugureremo a fine mese". Il cantiere allestito in via Toscana si svilupperà su due livelli: da una parte l’intervento sulla struttura in ferro, dall’altra la realizzazione di una fondazione per il sostegno dell’opera. Una volta finiti questi lavori, i cinque elementi costituivi dello scheletro in ferro saranno riassemblati all’interno del cantiere del Pecci dove si ricorrerà a una nuova malta per un rivestimento più duraturo. "Torna alla città una delle sue immagini più riconoscibili, segno di come l’arte pubblica possa diventare parte dell’identità collettiva", hanno detto la presidente della Fondazione Diana Toccafondi e la sindaca Ilaria Bugetti.

Maria Lardara