Tre indagati per la morte in gara del ciclista Iannelli

Si tratta degli organizzatori, accusati di omicidio colposo: l’inchiesta riguarda le scarse misure di sicurezza e si avvia alle battute finali

Giovanni Iannelli

Giovanni Iannelli

Prato, 28 novembre 2020 - E’ in dirittura d’arrivo l’inchiesta penale avviata oltre un anno fa dalla Procura di Alessandria sulla morte in gara di Giovanni Iannelli. Un’inchiesta nell’ambito della quale ci sarebbero tre indagati per omicidio colposo: si tratta di altrettanti organizzatori della competizione del 7 ottobre 2010 a Molino dei Torti, in Piemonte, al termine della quale, durante la volata, il giovane ciclista pratese cadde a terra sbattendo la testa contro un muretto.

Sulla notizia, anticipata ieri dal quotidiano La Stampa, è stringatissimo il commento del padre Carlo Iannelli: "Personalmente non ho nulla da dire". Una storia nella quale è già arrivata la sentenza della giustizia sportiva della Federciclismo che ha constatato la mancanza di adeguate misure di sicurezza su quel rettilineo, infliggendo multe alle società organizzatrice e squalifiche di otto mesi inflitte agli organizzatori e addetti ai lavori. E’ iniziata con la prima udienza al Tribunale di Alessandria anche la causa civile promossa dalla famiglia Iannelli, per il risarcimento chiesto di circa un milione e 600mila euro, con la citazione della società organizzatrice, i due direttori di corsa, il presidente di giuria, il Comitato Regionale Piemonte della Federciclismo ed il Comune di Molino dei Torti.

Nella prima udienza aveva suscitato sconcerto quanto scritto nella memoria difensiva dall’avvocato del Comune di Molino dei Torti, secondo il quale "i genitori hanno altri figli ed i nonni altri nipoti", motivazione usata per respingere la richiesta di risarcimento danni della famiglia Iannelli. Dura era stata la replica da parte del padre Carlo, ma anche del Gruppo "Giustizia per Giovanni" fondato da Francesco Chiuchiolo, e da tanti sportivi, indignati per quelle parole. Inoltre un gruppo di cittadini di Molino dei Torti ha scritto una lettera aperta, sempre a La Stampa, firmata "I Molinesi quelli che portano e porteranno per sempre Giovanni nel cuore" definendo quelle parole "a tratti anche inappropriate, data la delicata natura della vicenda, fredde e ciniche". Carlo Iannelli a questa iniziativa risponde con un "grazie".

Nei giorni scorsi, infine, ancora indignazione e sconcerto per la lettera scritta dal sindaco di Molino dei Torti Anna Fantato, nella quale il primo cittadino nega qualsiasi responsabilità da parte dell’amministrazione comunale, contestando l’entità della somma richiesta quale risarcimento, affermando come sia stato il padre di Giovanni "a creare artificialmente la polemica per cercare la massima visibilità". In merito alla lettera del sindaco è dura la risposta del gruppo social "Giustizia per Giovanni-Sicurezza per tutti" e di numerose persone. A chiudere il quadro che racchiude l’intera vicenda c’è anche un’inchiesta del Coni, ma di questa a 13 mesi dall’accaduto e dopo l’incontro che Carlo Iannelli ebbe con il presidente Giovanni Malagò a Firenze, non si è purtroppo saputo più nulla.