
Civica, la sindaca Bugetti,. Bressan e Donatini alla presentazione del festival
Torna Comtemporanea Festival, non a settembre, ma a maggio com’era all’inizio, e sarà così anche nel 2026: motivi logistici, dettati dai prossimi lavori di riqualificazione del polo del Fabbricone. E dunque profuma di primavera, movimento ed energia creativa questa edizione con un focus tutto dedicato alla danza. Al Fabbricone, quartier generale del festival diretto da Edoardo Donatini, si alterneranno dodici giovani artisti e compagnie, le ultime produzioni più interessanti sul pianeta danza: sei serate e dodici spettacoli da giovedì 22 a venerdì 30 maggio. Azioni performative che ci interrogano sul presente quando gettano uno sguardo sul disagio esistenziale dell’abitare (Variazione No.2 delle Sorelle di damiano, 22 maggio alle 20.30), oppure annodano fili di memoria storica con Please Cry (sempre 22 maggio, alle 21.45), che ci porta nel Sol Levante con Megumi Eda, coreografa che si esibirà in un assolo ispirato ai ricordi personali della nonna, infermiera militare giapponese durante la seconda guerra mondiale. Fra musica, parole e movimento, una delle ‘chicche’ di questa edizione del festival.
L’interazione fra corpo e luoghi abitati è al centro di Studi per M, coreografato da Stefania Tansini (23 maggio, alle 20.30) mentre Lucia Guarino darà corpo alla fragilità del nostro ‘esserci’ in Pinocch-i" (23 maggio, alle 21.45). Strizza l’occhio provocatoriamente al popolo dei social, quello che non può fare a meno di scrollare un video dopo l’altro, la performance danzante di Francesca Santamaria, Good vibes only (beta test) (24 maggio, alle 20.30). Dimenticate il Can Can classico a suon di sottogonne svolazzanti: in Can Can (24 maggio, alle 21.45) Francesca D’Intino prende spunto da quell’immaginario festante per scomporre e ricomporre un codice danzante in chiave di eros contemporaneo. Citazioni cinematografiche in Fuck me blind - studio (28 maggio, alle 20.30), progetto di Matteo Sedda ispirato a Blue, l’ultimo film autobiografico di Derek Jarman. E poi Oscar Wilde in punta di piedi con Salomè di Madalena Reversa (28 maggio, alle 21.45) in un tripudio di musica, luci e installazioni con le coreografie di Gloria Dorliguzzo, che firma anche una ricerca coreografica sul taglio della carne, prendendo spunto dalle arti marziali giapponesi in Butchers Capsule (29 maggio, 20.30). Si prosegue con l’incontro fra la poetica visiva di Lou Benesch e il paesaggio marziano di Elysium Planitia in Elysium (29 maggio, alle 21.45). Finale il 30 maggio con i suoni elettronici di X di Olimpia Fortuni e Blau di Aina Alegre, una performance ispirata a Mirò (alle 20.30 e 21.45).
"Contemporanea – spiega Donatini - indaga la sapienza del corpo per riaffermare il corpo danzante come luogo di pensiero, spazio critico, veicolo di conoscenza e resistenza". La sindaca Ilaria Bugetti ‘benedice’ la scelta di anticipare Contemporanea per meglio spalmare gli eventi culturali in città e aggiunge: "Sono preoccupata per le dichiarazione del ministro Giuli a Firenze, quando si pensa di mettere le mani sulla cultura bisogna stare molto attenti". Atteggiamento ‘vigile’ anche da parte del direttore artistico del Met, Massimiliano Civica, che promette per l’edizione 2026 di Contemporanea una presenza in tanti spazi all’aperto. "Abbiamo un dovere di servizio pubblico e non tutti i cittadini sono nostri spettatori, per questo punteremo a coinvolgere ancora di più la città". Lontano il ricordo del 2023, quando il festival fu cancellato anche per il taglio dei finanziamenti regionali. "Fu una situazione di emergenza: ci mancarono 500mila euro ma poi la Regione ha aumentato il contributo".
Maria Lardara