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Tombe dei grandi in San Domenico. Il chiostro, uno scrigno di memoria

Da Sem Benelli, a Cironi e Muzzi: il libro delle studiose Vestri e Bartoletti sulle sepolture nel cortile monastico Lunedì sera la presentazione con una visita guidata speciale. Un tuffo nella storia della nostra città .

Il chiostro di San Domenico è un libro aperto sulla storia della città e sei suoi cittadini, molti illustri, che qui hanno trovato sepoltura. Il primo nome che viene alla mente è quello di Sem Benelli, lo scritto, che qui riposa dal 1949. Ma accanto spiccano altri nomi conosciuti, dai patrioti Piero Cironi e Luigi Muzzi a prelati come Giuseppe Arcangeli e Luigi Sacchi. Adesso quella storia cittadina custodita nello scrigno di San Domenico attraverso le lapidi dai testi elaborati, che si trovano sui muri del chiostro, è raccolta in un volume dal titolo "Le tombe dei grandi. Il chiostro di San Domenico uno scrigno di memorie tra parole e immagini" curato da Veronica Vestri e Veronica Bartoletti. Le due studiose hanno compiuto un lavoro di ricognizione di queste ’testimonianze di pietra’ in una sorta di censimento dei profili biografici di chi ha trovato sepoltura nel chiostro della chiesa in pieno centro storico, oltre a fotografare e catalogare gli stemmi familiari presenti. Per chi è curioso di saperne di più c’è un appuntamento da non perdere: lunedì 30 giugno alle 21 nel chiostro si terrà la presentazione del libro (edito dalla cooperativa Prato Cultura) con l’intervento di Christian Satto, docente all’Università per stranieri di Siena. Seguirà la visita guidata. Leggendo il libro si scopre che alcune lapidi ricordano tombe e personaggi defunti tra il XVI e il XVII secolo, ma il nucleo fondamentale delle sepolture è riconducibile al periodo tra il 1830 e il 1860.

"Luogo di eterno riposo per alti prelati, ricchi commercianti, professionisti, imprenditori, intellettuali, artisti e restauratori, le cui virtù risuonano celebrate nelle epigrafi che “gareggiano” l’un con l’altra a raccontare pregi professionali e valori familiari in pieno stile neoclassico", scrivono Bartoletti e Vestri.