
Luca Tescaroli, procuratore di Prato: un altro colpo alla criminalità cinese
Usura ed estorsione. Queste le gravissime ipotesi di reato contestate in tre provvedimenti di fermo di indiziati di delitto emesse dalla procura di Prato. Presunta vittima una cittadina cinese di 33 anni, destinatari del provvedimento di fermo un 42enne anche lui cinese, Yuanqin Chen e altri connazionali di 47 e 48 anni, indicati dalla procura in una nota del procuratore Luca Tescaroli come "suoi sgherri".
L’usura contestata, in base a indagini svolte dalla procura e dalla squadra mobile pratese, ruota intorno ad un iniziale prestito di 20.000 euro, erogato nel 2024 con obbligo del pagamento di interessi di 2mila euro mensili, a solo titolo di interessi, sino alla restituzione integrale in un’unica soluzione dell’ammontare dell’intera somma capitale, con trattenuta iniziale di 2.000,00 euro e con rinegoziazione nel marzo 2025.
Un prestito al quale ne era seguito un altro da 45mila euro pari a 382.500 yuan (corrispondenti a 45.000,00 euro), dei quali 76.000 (corrispondenti a 9.000 euro) da restituire entro il 23 marzo scorso e il saldo per i restanti 306.500 yuan da restituire entro il mese di dicembre 2025, con richiesta finale della ulteriore somma di 10.000 euro, avanzata nel maggio 2025.
Il tasso di interesse era arrivato a circa 300% su base annua. Le richieste di restituzione sarebbe state inoltre accompagnate, almeno da novembre scorso, "da gravi minacce di morte, dirette anche nei confronti dei familiari della donna". Yuanqin Chen, spiega sempre la procura, conosciuto nell’ambiente criminale orientale come ’Laoer’, è già stato "condannato a dieci anni di reclusione, in via definitiva, per" un "tentato omicidio" risalente al 29 aprile 2015 in via Cavour a Prato, ricollegato "alla mancata restituzione di somme di denaro derivanti da forniture di stupefacenti", e per porto d’armi. Sarebbe inoltre stato "asseritamente coinvolto il 29 agosto 2022 in una sparatoria verificatasi" in un locale pratese in via dei Confini.
Il terzetto criminale cinese aveva la propria base logistica in via Napoli: un locale nella diretta disponibilità del 42enne pregiudicato. Al suo interno gli investigatori hanno rinvenuto 6.000 euro circa in contanti, 600 euro in banconote da 50 euro cadauna contraffatte, documentazione relativa a conteggi in fase di analisi, un bilancino di precisione, due metal detector portatili, un manganello telescopico. Non soltanto denaro e "strumenti da lavoro", ma sono saltati fuori anche vini pregiati ed una cantina di tutto rispetto. Per la precisione sono stati rinvenuti una bottiglia di Sassicaia del 2019, un Tignanello 2006 magnum, ventuno bottiglie di Avignone e Capannelle, due bottiglie di testa matta del 2019, due bottiglie di Lupicaia del 2019, una bottiglia di Frescobaldi luce del 2018, sei bottiglie di Chateau Duhart milon del 2018. Infine non poteva mancare l’angolo destinato al gioco d’azzardo con un tavolo appositamente allestito per le puntate dei giocatori.