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Terza dose, all’appello mancano 6mila stranieri

Sono quelli senza codice fiscale e con il solo documento d’identità. Comune, Asl e associazioni stanno cercando di recuperarli

PRATO

Sono 7.400 gli stranieri senza codice fiscale e con il solo documento di identità, come il passaporto, che hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti Covid. E di questi sono 6.000 gli stranieri - cinesi, ma non solo, anche africani, pachistani - che hanno completato il ciclo vaccinale primario con le due iniezioni. Elenchi alla mano i soliti attori che hanno messo in piedi il servizio - Comune, Asl Toscana Centro, Società della Salute e associazioni degli stranieri - adesso si sono ritrovati per procedere con il recupero di vaccinati e somministrare il booster. Terza dose che si rende necessaria per aumentare l’efficacia della protezione contro il virus e anche per un risvolto pratico di ottenimento del Green pass. Se a settembre c’è stato bisogno di organizzare e gestire le liste di persone che si sono presentate per ricevere il vaccino anti Covid, adesso il panorama sembra essere in parte cambiato. E per certi casi più difficoltoso perché non tutte le persone che sono state immunizzate con la prima e seconda dose si riescono a rintracciare. Il quadro non coincide perfettamente "perché si tratta di cittadini che hanno una maggiore mobilità rispetto ai residenti", fa sapere Lorena Paganelli, direttrice della Società della Salute. Così già da qualche tempo la cabina di regia formata da Comune di Prato con gli assessorati alle politiche culturali e alla cittadinanza e alla salute, dall’Asl Centro e i rappresentanti delle varie etnie presenti in area pratese, sta lavorando per recuperare il più possibile quelle 6.000 persone a cui andrebbe inoculata la terza dose. Non semra, però, facile rintracciare tutti i nominativi, vuoi perché le persone si sono spostate vuoi perché qualcuno ha nel frattempo contratto il virus. Un’operazione di immunizzazione che Prato si è assicurata nei mesi scorsi grazie alla collaborazione di Asl Toscana Centro, Società della salute, Comune di Prato e alle associazione delle comunità straniere residenti in città e provincia oltre che al Consolato cinese. Un recupero di persone, che altrimenti non si sarebbero potute vaccinare perché impossibilitate a prenotare sul portale regionale, proprio per essere prive del codice fiscale, trovandosi nello stato di stranieri temporaneamente presenti (Stp). Una organizzazione che si era resa necessaria per evitare la ressa di cittadini extraeuropei agli hub vaccinali in occasione degli open day. Nel settembre scorso è stata fatta una campagna vaccinale a tappeto di questa fascia di stranieri, grazie ad elenchi di nominativi che via via venivano forniti dalle associazioni all’Asl. L’hub prescelto per la somministrazione dei vaccini è stato il Pellegrinaio che tornerà ad ospitare le terze dosi dalla metà di febbraio in poi con sedute da 250 persone a volta.

Sara Bessi