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Stangata artigiani, consumi +32% Confezioni a picco: crollano i ricavi

Presentato il Report economia di Cna Toscana Centro: per la prima volta il settore dei pronto moda registra percentuali di perdite a due cifre. Bene tessile +9,9 e costruzioni +15% ma preoccupano le spese .

Stangata artigiani, consumi +32% Confezioni a picco: crollano i ricavi

A fronte di buone performance settoriali, il quadro generale che si prospetta nei prossimi mesi per il mondo imprenditoriale è caratterizzato da forti preoccupazioni per l’assottigliamento dei fatturati dovuto principalmente all’inflazione e per effetto dei rincari di energia e materie prime. Ma c’è un altro dato che emerge dal primo Report economia realizzato da Cna Toscana Centro, che ha analizzato lo stato di salute di oltre 600 imprese di Prato e Pistoia, con il supporto di Local Global, presentato in occasione dell’assemblea annuale: mentre i ricavi del tessile su base annua mostrano segnali di crescita (+9,9%) gli introiti delle confezioni crollano a picco -25,6%.

Sono 56.417 le imprese attive nelle province di Pistoia e di Prato al 31 dicembre 2022; la variazione complessiva rispetto a fine 2021 è stata pari al -1,3% in linea con il dato regionale. Analizzando ricavi, spesa per consumi e spesa per retribuzioni è venuto fuori un ritratto a doppia faccia: il 2022 ha visto una crescita dei ricavi pari al +6,3%, altro elemento positivo viene dalla spesa per nuovi investimenti cresciuta del +9,8% su base annua, mentre nelle retribuzioni dei dipendenti si registrano tassi di variazione pari rispettivamente a +14,4% nel 2021 e +3,4% nel 2022. La vera batosta che ha pesato sui margini di guadagno è però arrivata dai consumi che registrano variazioni pari a +16,4% nel 2021 e +31,2% nel 2022 che sommato all’aumento significativo di alcune componenti di costo, mano a mano hanno contribuito ad assottigliare i margini operativi aziendali. A fronte di un 2022 caratterizzato quindi da un tessuto economico resiliente, con un trend positivo, e buone performance, interessato a strumenti di finanza agevolata e orientato agli investimenti, i prossimi mesi preoccupano gli imprenditori per la riduzione dei fatturati (e dei margini di guadagno) mangiati dal caro bollette che ha caratterizzato l’ultimo anno.

Nel dettaglio: per quanto riguarda i ricavi delle imprese la crescita più alta è nel settore delle costruzioni (edilizia e impiantistica) +15,8% su base annua, seguito dai servizi (compreso il commercio) con +7,2%. Guardando alle specializzazioni del distretto, a fronte del buon risultato del comparto tessile +9,9% è pesantemnete negativo e in controtendenza il trend 2022 del settore confezioni-abbigliamento-maglieria che per la prima volta segna -25,6%.

Il principale indicatore dell’andamento aziendale è certamente il fatturato, che nei primi mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, presenta un andamento discreto per il 27,5% del campione, un andamento molto buono per il 10,6%, contro un 17,3% che registra una flessione e un 5,7% che segnala una tendenza preoccupante. In generale comunque il 36,9%, presenta un quadro di stabilità rispetto al 2022.

Dal punto di vista dei costi: il 55,8% delle imprese dichiara costi in aumento, quota superiore a quella delle aziende che dichiarano fatturati in aumento.

Il sentiment sul futuro vede una prevalenza di un clima di fiducia (42,5%) rispetto ad uno scenario pessimista (16,7%), con 40,8% che si considera neutro.

Resiste la propensione agli investimenti delle imprese che ha caratterizzato gli ultimi due anni: di fatto le aziende che hanno programmato investimenti sono circa il 25%, ma un altro 45%, potrebbe essere spinto a farlo. Passando al tema della copertura finanziaria degli investimenti effettuati, ancora oggi gli artigiani preferiscono fare di tasca propria affidandosi all’autofinanziamento con un incidenza del 63,9%, seguito dal credito bancario (40%).

Silvia Bini