REDAZIONE PRATO

Sparatoria al circolo, "Ragazzo sempre leale. Vi racconto il mio amico Francesco"

Il nostro collaboratore lo conosceva bene. Ecco il suo ritratto

I rilievi dei carabinieri nel circolo (Germogli)

Prato, 12 marzo 2016 - Doveva essere una domenica come tutte le altre. Borsone in spalla e appuntamento al campo sportivo di Mezzana, luogo di ritrovo prima della partenza per la trasferta di Agliana. E invece Francesco Collini oggi si ritrova nel reparto di neurochirurgia a Careggi e sta lottando per rimanere in vita. Chi non lo conosce bene, a prima vista può essere ingannato dall’aria da duro e dai tatuaggi. Chi invece lo conosce bene e per due anni ha giocato con lui – come me che lo ho avuto per compagno di squadra, di spogliatoio e di reparto – può assicurare che si tratta di un ragazzo solare, sempre sorridente, disponibile con tutti, carattere forte e deciso. Un difensore arcigno, un avversario difficile da affrontare, un amico leale, pronto a lottare su ogni pallone, a sacrificarsi per la squadra. E ora la squadra, la sua squadra, è tutta lì in ospedale, a fare il tifo per lui, a sostenerlo. Appena la notizia si è diffusa sono corsi disperatamente in ospedale: compagni di squadra e di vita, il suo allenatore Lorenzo Cagnazzo, i dirigenti, il direttore generale Samuele Ciolini. E poi messaggi, tantissimi messaggi d’affetto sono arrivati via Facebook da parte di amici e conoscenti.

«Dai Francesco, non devi mollare, giocati ancora questa tua bella partita!», ha scritto sul social network il presidente gialloblù Rosario D’Orsi. Francesco vive a Campi Bisenzio, ma è come fosse di Prato, qui si allena, frequenta gli amici e qui lavora anche il padre. Il calcio è la sua passione più grande. Nella stagione 2009/2010 ha vinto il campionato juniores provinciale con il Mezzana. Io sono arrivato l’anno successivo, abbiamo giocato fianco a fianco per due anni di fila. Lui stopper tenace, incubo di ogni attaccante, io terzino modesto. Mai una volta che si sia tirato indeitro. Mai una volta che abbia detto ‘no’ quando c’era da prendere le difese di un compagno. La stagione successiva si è trasferito alle Piagge, in prima categoria, per poi ritornare, lo scorso settembre, a Mezzana, dove ha ritrovato tanti amici e un gruppo unito. Oggi, come ogni domenica, sarebbe dovuto essere lì, al centro della difesa, a giocare con il solito mordente, a dare l’anima per i compagni. C’è una cosa di cui sono sicuro: Francesco non è il tipo che si arrende facilmente, l’ho visto lottare anche quando la partita era ormai compromessa. Ricordo un 4-1 a sfavore e lui che corrava e lottava senza tregua, fino alla fine. Forza «Collo», ora più che mai, non mollare.