Siccità, a Prato tesoretto da 10 milioni di metri cubi d'acqua bloccato dalla burocrazia

Il più grande acquedotto industriale d'Italia e d'Europa bloccato dalla mancanza di un'autorizzazione e il Ministero tace

Il depuratore di Baciacavallo

Il depuratore di Baciacavallo

Prato, 14 luglio 2022 - La siccità strozza la Toscana: a Prato il sindaco Matteo Biffoni, che ha già firmato un'ordinanza per la razionalizzazione del consumo di acqua potabile, ha fatto recapitare una lettera al Ministero della Transizione Ecologica, per sollecitare il Governo a pianificare interventi che affrontino il contesto critico anche valutando la possibilità di sfruttare tutte le risorse idriche già a disposizione.

In particolare Biffoni chiede di individuare limiti e condizioni per riutilizzare l'acqua di riciclo, cercando di elaborare modalità per incentivare uso e produzione di acqua di riuso. Prato potrebbe sfruttare fino a 10 milioni di metri cubi annui (al momento ne vengono utilizzati solo 3,5) derivanti dal sistema di depurazione delle acque civili e industriali gestito dalla società Gestione Impianti Depurazione Acque S.p.A. (Gida), se la Regione o il ministero indicassero la modalità di intervento per un'autorizzazione di utilizzo per diversi fini delle acque del più grande acquedotto industriale d'Italia e d'Europa. 

Il sistema di depurazione ha oggi raggiunto livelli tali per cui, ogni anno, si potrebbero recuperare appunto fino a 10 milioni di metri cubi d'acqua e da tempo si sta cercando un'interlocuzione con il Ministero affinché sia individuata la possibilità di un'autorizzazione per un riutilizzo delle acque, senza però ricevere risposta. 

"Per la Città di Prato poter utilizzare annualmente questa quantità di acqua sarebbe una grande opportunità che permetterebbe di risparmiare le preziose risorse idriche del territorio e la nostra esperienza potrebbe essere messa a disposizione di altre città italiane - sottolinea il sindaco Biffoni -. E' da tempo che lo suggeriamo, ma forse non eravamo stati presi in considerazione perché non c'era emergenza. Adesso è il tempo di agire, noi ci siamo".