Sfregiata, il picchiatore ha 16 anni. "Mi dispiace. Non l’avevo mai fatto"

Il secondo aggressore si è consegnato ieri in Questura. Frequenta un istituto superiore e fa arti marziali. Non era stato ancora identificato. "Voglio iniziare un percorso di recupero sociale". Per ora resta libero.

Martina Mucci e le lesioni riportate dopo l'aggressione

Martina Mucci e le lesioni riportate dopo l'aggressione

Prato, 28 aprile 2023 – Ha solo 16 anni il giovane che ha aggredito, insieme a Kevin Mingoia, Martina Mucci, cameriera di 29 anni sfregiata la notte fra il 21 e il 22 febbraio scorsi mentre rincasava alla Pietà. Il giovane frequenta una scuola superiore a Firenze e fa arti marziali, ha precedenti per lesioni e furto. Assistito dall’avvocato Mattia Alfano, il sedicenne si è recato ieri mattina in Questura a Prato, accompagnato dai genitori, per consegnarsi spontaneamente agli investigatori. "Sono stato io a picchiarla insieme a Mingoia", ha ammesso senza troppi giri di parole.

"Ho capito di aver sbagliato, non dormo da quella notte. Mi dispiace tanto", ha confermato agli uomini della squadra mobile il ragazzo di cui omettiamo il nome in quanto ancora minorenne. Mancava solo lui per completare il quadro. Lunedì pomeriggio la polizia ha arrestato l’ex fidanzato di Martina Mucci, Emiliano Laurini, 41 anni, mandante della spedizione punitiva contro la ex, Mattia Schininà, 21 anni, presunto intermediario, e Kevin Mingoia, 19 anni, uno dei due aggressori che quella notte si sono recati in via Fonderia alla Pietà e hanno atteso il rientro a casa della vittima per massacrarla di botte, come era stato stabilito da Laurini. Sono tutti residenti a Scandicci e frequentano le palestre di pugilato e arti marziali della zona. All’appello mancava solo il secondo picchiatore, il sedicenne appunto, che non era stato identificato dalla polizia (le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Valentina Cosci). Con tutta probabilità, il giovane si è sentito messo alle strette e ha deciso di farsi avanti sicuro che i suoi "complici", una volta arrestati, avrebbero fatto anche il suo nome. Il giovane avrebbe così confessato ai genitori quello che ha fatto, di essere lui l’ultima persona da identificare, quella a cui la polizia stava ancora dando la caccia. La famiglia si è messa immediatamente in contatto con l’avvocato Alfano e ieri mattina, tutti insieme, si sono presentati in Questura a Prato.

Il giovane non è stato interrogato in quanto si dovrà prima trasmettere gli atti alla procura minorile, competente per il suo caso. Il giovane ha però voluto fare alcune dichiarazioni spontanee. "Sono pentito, l’ho fatto solo quella volta lì. Non è vero che vado a picchiare la gente. Sono estraneo a tutti gli altri casi che sono stati riferiti".

Il sedicenne ha confermato per filo e per segno quello che è successo la notte del 21 febbraio. Ha detto di essere stato lui insieme a Mingoia a picchiare materialmente Martina Mucci devastandole il viso a forza di cazzotti. Il giovane è stato poi rimandato a casa con i genitori. Su di lui non pende nessuna misura cautelare ma è stato denunciato. Si dovrà attendere le decisioni del tribunale dei Minori. "Sta male da quando è successo – conferma l’avvocato Alfano – Ha preso coscienza dell’errore fatto e vuole iniziare un percorso di riabilitazione. E’ un ragazzo che ha tutta la vita davanti. Per il momento è a casa con i genitori. Vedremo che cosa deciderà la Procura dei Minori. Mi auguro si tenga conto della sua volontà di iniziare un percorso di recupero sociale, del suo pentimento e del fatto che è disposto a collaborare".

Con la consegna del sedicenne si chiude il cerchio sulla terribile aggressione a Martina Mucci. Questa mattina i tre arrestati, Laurini, Schininà e Mingoia, appariranno di fronte al gip Francesca Scarlatti per l’interrogatorio di garanzia. Gli interrogatori si svolgeranno in maniera separata in modo da non far incontrare i tre indagati. Da lunedì sono rinchiusi nel carcere della Dogaia con le pesanti accuse di lesioni aggravate, sfregio permanente e rapina aggravata.

Laura Natoli