SILVIA BINI
Cronaca

Gli insegnanti rompono il silenzio: “Troppi studenti non parlano italiano”

Scuola di Prato in emergenza, i prof lanciano una petizione online. Lo scopo è chiedere interventi stabili alle istituzioni. “I programmi non vanno avanti, stiamo perdendo un’intera generazione”

Fiora Livi e Dania Melani insieme ad una collega firmataria della petizione

Fiora Livi e Dania Melani insieme ad una collega firmataria della petizione

Prato, 21 maggio 2025 – A Prato l’integrazione scolastica è una sfida quotidiana, spesso silenziosa. Fiora Livi e Dania Melani hanno deciso di rompere il silenzio e lanciare un appello accorato alle istituzioni attraverso una petizione online. Il problema che pongono è tanto semplice quanto drammatico: “nella scuola pratese stiamo perdendo una generazione intera di ragazzi, privati della possibilità di costruirsi un futuro”.

I numeri parlano chiaro. Il 28% degli studenti delle scuole di Prato è di madrelingua non italiana, contro una media nazionale del 10,3%. E tra questi ragazzi, quasi uno su due abbandona gli studi prima del tempo: il 49,5%, a fronte di un già preoccupante 35,4% su scala nazionale.

Una delle cause principali, spiegano le insegnanti, è la scarsissima conoscenza dell’italiano da parte di molti studenti stranieri, spesso nati a Prato ma costretti per anni a vivere nel paese d’origine, principalmente la Cina, per poi fare ritorno in Italia intorno ai 9 o 10 anni, quando però la scuola non è attrezzata per accoglierli davvero. “Non c’è un insegnamento sistematico della lingua italiana per non italofoni, e questo penalizza non solo loro, ma l’intera classe”, scrivono Livi e Melani. In alcune sezioni gli alunni stranieri superano di gran lunga il limite massimo del 30% previsto per legge, arrivando in certi casi all’80%. Questo genera un effetto domino sulla comunità scolastica: i programmi rallentano, la comunicazione con le famiglie diventa quasi impossibile, i mediatori linguistici sono pochi, spesso precari. E i tentativi messi in campo finora non bastano più.

La petizione, firmata già da oltre 40 docenti e aperta a tutti i cittadini, chiede un piano straordinario per la scuola pratese, con misure concrete: più ore di italiano per gli studenti non italofoni, classi-ponte temporanee per chi arriva a metà anno, mediatori culturali stabili, una redistribuzione degli studenti sul territorio per evitare le ’classi ghetto’ e spazi adeguati per l’insegnamento della lingua. “Serve un intervento sistemico, da parte del ministero, della Regione e degli enti locali”, dicono. “Non possiamo più limitarci a gestire l’emergenza, perché il disagio è ormai strutturale. Se non interveniamo ora, il livello culturale della città continuerà a crollare e i costi sociali saranno altissimi”.

Le insegnanti chiedono una mobilitazione cittadina: la petizione “Emergenza scuola Prato”, è sulla piattafoma change.org.

Il futuro della città passa anche e soprattutto, dalle sue aule, dai suoi studenti, dalla possibilità di garantire a tutti, nessuno escluso, le condizioni per apprendere, crescere e partecipare.