Scommesse illegali. Misure cancellate ma l’inchiesta va avanti: "Ci sono i gravi indizi"

I dieci indagati pratesi sono accusati delle scommesse clandestine . Le intercettazioni ritenute nulle perché sono state disposte. per altri reati. In questo modo è venuta meno l’associazione a delinquere.

Scommesse illegali. Misure cancellate ma l’inchiesta va avanti: "Ci sono i gravi indizi"

Scommesse illegali. Misure cancellate ma l’inchiesta va avanti: "Ci sono i gravi indizi"

Due pesi e due misure. Da un lato il pugno duro, dall’altro uno più morbido. E la differenza fra il tribunale di Pistoia e quello di Prato è lampante. Qualcuno dice che è meglio delinquere a Prato, oltrepassare il confine con Pistoia, perché il trattamento "è diverso". Nessuno può dimostralo, ma in quest’ultimo caso è andata proprio così.

Il gip di Prato Marco Malerba, nel ribadire la sussistenza dei "gravi indizi", ha scarcerato i dieci indagati nell’inchiesta "Endgame" di guardia di finanza e polizia, coordinata dalla procura di Pistoia, per cui il collega pistoiese aveva disposto le misure cautelari. I dieci (sette in carcere e tre ai domiciliari) sono stati arrestati il 16 aprile. Alla base della decisione del giudice pratese ci sarebbe un problema "tecnico": l’impossibilità (come sostenuto da una sentenza della Cassazione) di utilizzare le intercettazioni riferite all’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata al giro di scommesse clandestine che gli indagati avrebbero messo in piedi in tre sale slot della città, in via Castagnoli, via Longobarda e viale Galilei. Le intercettazioni furono concesse dal gip di Pistoia per indagare su una serie di estorsioni ai danni di un ristoratore di Montecatini. Ascoltando quelle telefonate, però, gli investigatori si sono imbattuti nel vasto giro di scommesse illegali che sarebbe stato gestito da Giacomo e Francesco Terracciano, padre e figlio, difesi dall’avvocato Manuele Ciappi, contando sull’appoggio di Ye Shengbin, difeso dall’avvocato Tiziano Veltri.

Ai tre, insieme a Fabrizio Amicucci (di Vernio), Pietro Pettinari (di Montemurlo), Mirko Mariani (di Roma), Federico Cipollini (di Carrara), Leandro Borgi, difeso da Sabrina Serroni, Massimo Casabona (di Montecatini), e Jonah Ghiselli (di Viareggio), erano contestati solo i reati legati alle scommesse illegali in forma associativa. Le estorsioni, la droga e i reati tributari sono, invece, addebitati agli altri indagati le cui posizioni sono rimaste a Pistoia.

Venendo meno l’associazione sono cadute le esigenze cautelari trasformate in soli obblighi di dimora e di firma. E dire che mercoledì, il gip di Pistoia Patrizia Martucci aveva negato l’attenuazione della misura cautelare a Leandro Borgi, chiesta dal difensore Sabrina Serroni, in quanto nell’"interrogatorio aveva fatto parziali ammissioni". L’avvocato aveva poi chiesto il permesso di far incontrare l’indagato con l’anziana madre. Richiesta negata. E’ bastato attendere due giorni, il 2 maggio, perché Borgi potesse andare a trovare la madre da persona libera.

E ora che cosa succederà? La procura di Prato ha raccolto l’inchiesta dai colleghi di Pistoia per le dieci posizioni per competenza territoriale. L’inchiesta è stata assegnata dal procuratore facente funzione Laura Canovai alla pm Valentina Cosci che ha chiesto di rinnovare le misure cautelari, procedura standard in queste situazioni. Il gip, però, nel rigettare le custodie cautelari ha, comunque, ribadito, la "sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza". L’iter, dunque, andrà avanti a Prato.

Laura Natoli