REDAZIONE PRATO

Pitti Filati svela le sfide. Concorrenza cinese, ordini frazionati ed energia: "Si resiste con la qualità"

Il via della kermesse in una Firenze stritolata dal traffico: alcuni espositori e visitatori in ritardo "Contro la crisi serve un piano nazionale di sostegno anche dal punto di vista del credito" .

Il via della kermesse in una Firenze stritolata dal traffico: alcuni espositori e visitatori in ritardo "Contro la crisi serve un piano nazionale di sostegno anche dal punto di vista del credito" .

Il via della kermesse in una Firenze stritolata dal traffico: alcuni espositori e visitatori in ritardo "Contro la crisi serve un piano nazionale di sostegno anche dal punto di vista del credito" .

Pitti filati 97 è iniziata un po’ in sordina per via dell’autostrada ingolfata, causando ritardi negli arrivi alla Fortezza da Basso sia di alcuni espositori che di visitatori. In una Firenze rovente le aspettative delle aziende, 31 le pratesi dei 130 marchi presenti, sono tante soprattutto per guardare avanti con fiducia pur registrando un calo di produzione pari a un -4,9% nel primo trimestre 2025. I clienti arrivano principalmente dall’Europa (Francia e Germania) e molti dall’America, mentre è ancora difficile recuperare l’Asia ed il Far East. "I clienti ci sono, le visite ci sono ma poi gli ordinativi sono frammentati – dice Raffaella Pinori di Pinori Group – Ciò comporta un problema nella gestione della produzione e del mantenimento degli impianti. Si dovrebbe pensare ad un piano nazionale di sostegno per la moda dal punto di vista di credito ed energia oltre ad incentivi per i lavoratori". "Ci aspettiamo un segnale forte dal mercato con un’inversione del trend da settembre – dice Leonardo Mannelli, manager della Casa del filato e fresco di nomina alla guida del Consorzio Promozione filati – I blocchi navali e gli aumenti dei costi dei trasporti di materie prime da Cina e Australia non aiutano come i costi energetici". Mannelli ricorda che Cpf entra nel vivo delle fiere: dopo Pitti sarà la volta di Parigi, Londra e New York.

La sostenibilità è un assioma e la tracciabilità della filiera in ogni suo step diventa un imperativo tanto che in molti plaudono all’iniziativa di Confindustria Toscana Nord di certificare Grs le aziende terziste. Mentre tra gli stand non c’è voglia di parlare del terremoto politico che ha scosso Prato, sebbene si auspichi "che il tavolo del distretto non si fermi". I filati fantasia fanno la differenza e rendono Pitti la vetrina internazionale più importante. Eppure c’è un’insidia che desta preoccupazione tra i filatori di cardato: cinesi e turchi ingaggiano concorrenza aprendo uffici e magazzini in Italia e mantenendo la produzione nei luoghi d’origine. E i dazi americani? "Ci si penserà quando saranno più stabili".

Allo stand di Industria Italiana Filati l’accoglienza dei clienti e dei visitatori avviene sotto lo sguardo di Antonio Lucchesi, il decano degli imprenditori pratesi scomparso sabato a 97 anni, ritratto in una bella foto. "Il babbo se ne è andato nel suo stile e ci ha permesso di essere qui nel suo nome", dice il figlio Francesco Lucchesi in uno stand affollato di clienti. "Il rischio di una concorrenza aggressiva si nota nel settore dei filati cardati: gli impianti in Cina fanno produzioni enormi con prezzi del 30-40% in meno rispetto all’Italia, dove offrono i prodotti in stock service". "Tra i nostri obiettivi c’è quello di esportare in paesi come Usa e Asia, dove adesso è più difficile farlo", fanno eco Filippo e Giampiero Livi di Ecafil Best che ricordano come la loro azienda abbia investito sulla sostenibilità ("si pensa al raddoppio del fotovoltaico") "implementando anche il risparmio energetico sulle macchine". Che la crisi non sia alle spalle lo sottolinea Roberta Pecci: "I clienti ci sono, vengono a capire l’andamento, noi dobbiamo dare sicurezza con prodotti di qualità, nonostante sia un momento complicato anche per i brand – dice – Per le materie prime c’è stata un po’ di tensione sull’alpaca con aumenti dovuti a grossi acquisti fatti da gruppi cinesi". E’ proprio l’alpaca la fibra che Filpucci ha scelto come protagonista per la nuova collezione autunno-inverno 2026-27. "Si parla di ’friendly luxury’ tendenza, che punta su una proposta di lusso accessibile e immediato, ma comunque chic", dice Laura Gualtieri.

Sara Bessi