Scommesse e minacce. L’inchiesta va a Prato e il gip scarcera tutti: "Intercettazioni nulle"

Il giudice cancella le misure cautelari per 10 dei 12 finiti in carcere o ai domiciliari in quanto è caduta l’associazione a delinquere. Terracciano, padre e figlio, hanno il solo obbligo di dimora .

Scommesse e minacce. L’inchiesta va a Prato e il gip scarcera tutti: "Intercettazioni nulle"

Scommesse e minacce. L’inchiesta va a Prato e il gip scarcera tutti: "Intercettazioni nulle"

Dal carcere all’obbligo di dimora (al limite di firma). Il passo è stato breve. E’ bastato che il fascicolo passasse dal gip di Pistoia a quello di Prato per cancellare con un colpo di spugna ben dieci misure cautelari (in carcere e ai domiciliari). L’inchiesta è quella delle scommesse clandestine e presunte estorsioni che sarebbero state messe in piedi da una organizzazione criminale "guidata" da Giacomo e Francesco Terracciano, padre e figlio, ben conosciuti nel circondario pratese per i loro trascorsi. L’inchiesta era partita dalla denuncia di un ristoratore di Montecatini, vittima, secondo quanto riferito, di vere e proprie estorsioni.

A quel punto l’inchiesta della procura di Pistoia si è allargata a macchia d’olio portando alla luce il giro di scommesse illecite che si sarebbero consumate in alcune sale giochi di Prato. Decisiva, in quel caso, è stata la contestazione dell’associazione a delinquere. Motivo per cui il gip di Pistoia ha firmato l’ordinanza di custodia nei confronti di 12 persone, italiani e cinesi. Il 16 aprile 9 sono finiti in carcere e tre ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alle scommesse clandestine, estorsione e reati tributari. Per quanto riguarda le posizioni di dieci dei 12 indagati colpiti di misura il fascicolo è passato al tribunale di Prato per competenza territoriale. E il gip Marco Malerba, chiamato a decidere sulle misure cautelari, ha rimesso tutti in libertà cancellando la decisione del collega pistoiese. Perché? Le intercettazioni sarebbero nulle e il reato di associazione a delinquere, così, viene meno.

Tornano liberi, dunque. Giacomo e Francesco Terracciano, difesi da Manuele Ciappi, il gip ha risposto l’obbligo di dimora per il primo a Pollena Trocchia, nel napoletano e per il secondo a Prato. Obbligo di dimora anche per Fabrizio Amicucci (a Vernio), Pietro Pettinari (Montemurlo), Mirko Mariani (Roma), Federico Cipollini (Carrara, era ai domiciliari). Per Leandro Borgi (Prato, era ai domiciliari), difeso da Sabrina Serroni, e Ye Shengbin, difeso dall’avvocato Tiziano Veltri, obbligo di presentazione quotidiana in Questura; per Massimo Casabona (Montecatini) il divieto di dimora nella provincia di Prato; stessa misura per Jonah Ghiselli di Viareggio.

Il gip Malerba, come si legge nell’ordinanza, "non condivide la valutazione in merito alla scelta della misura" stabilita dal collega pistoiese, misura che ritiene "sproporzionata" rispetto ai fatti e alla personalità degli indagati. La decisione di Malerba tiene conto anche del venir meno del reato di associazione a delinquere (contestato a sette degli indagati) perché le intercettazioni risultano inutilizzabili.

Quanto ai Terracciano, il gip, riferendosi a quest’ultimo, Francesco, lo definisce "parte fondamentale del meccanismo volto alla creazione, organizzazione e gestione operativa del sistema di raccolta illegale delle scommesse". Arcinoto alle forze dell’ordine, anche le intercettazioni che lo riguardano in questa inchiesta lasciano pochi dubbi. Ma "nonostante lo spessore delinquenziale è comunque subordinato al padre". Ossia a Giacomo Terracciano, 72 anni, per cui il gip ha disposto l’obbligo di dimora nel napoletano. Allontanare i due indagati, per il giudice, può bastare a garantire "un sufficiente governo delle esigenze cautelari". Insomma, l’obbligo di dimora è ritenuto sufficiente.