Scommesse e minacce. Bische, estorsioni, frodi. Terracciano in carcere e sigilli a tre sale giochi

Giacomo e Francesco, padre e figlio, di nuovo nei guai. La maxi inchiesta della procura di Pistoia su un giro di gioco d’azzardo illegale ha portato in carcere 12 persone. Maxi sequestro per circa due milioni.

Scommesse e minacce. Bische, estorsioni, frodi. Terracciano in carcere e sigilli a tre sale giochi

Scommesse e minacce. Bische, estorsioni, frodi. Terracciano in carcere e sigilli a tre sale giochi

"Non ci possono fare niente. C’è soltanto una contravvenzione". Siamo nel retrobottega di una delle bische clandestine allestite a Prato. Due degli indagati parlano tra loro e non sanno di essere intercettati. Nè sanno, è chiaro, che la legge che sanziona la raccolta illecita di denaro, e quindi le scommesse clandestine, è cambiata nel 2019 e che le pene, oggi fino a sei anni, consentono l’intercettazione. E’ così che polizia di Stato e Guardia di finanza, con una efficace sinergia investigativa, hanno smantellato "un pervicace fenomeno estorsivo e un vero e proprio sistema di scommesse illegali e clandestine". Tutto è cominciato nel febbraio del 2022 con una denuncia al commissariato di Montecatini che era, piuttosto, una richiesta di aiuto da parte di due ristoratori esperati dalle pressioni e dalle minacce, anche di morte, da parte di un cittadino di origine cinese e due uomini di Prato, padre e figlio Terracciano, noti agli uffici, che tentavano di farli rinunciare ai loro locali: l’Acqua di Montecatini e l’Aria di Pieve a Nievole. Da questo episodio, giorno dopo giorno, gli investigatori, intrecciando le loro attività, hanno dato vita a un’indagine vasta e complessa che ha visto ieri la fase cautelare. La squadra mobile di Pistoia e il nucleo di polizia economico della Guardia di Finanza di Pistoia hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip di Pistoia su richiesta della procura. Ha riguardato dodici persone. In carcere sono finiti Giacomo e Francesco Terracciano, padre e figlio, residenti a Prato e noti per le tante inchieste in cui sono stati coinvolti, fra cui diverse per associazione mafiosa; Ye Shengbin, di Prato, Massimo Casabona di Montecatini, Fabrizio Amicucci di Prato, Mirko Mariani di Roma, Hu Yunye di Prato, Pierluigi Spera di Montecatini e Pietro Pettinari di Montemurlo. Arresti domiciliari per Jonah Ghiselli di Viareggio, Federico Cipollini di Carrara e Leandro Borgi di Prato. Sono stati sequestrati beni per circa 2 milioni di euro. Gli indagati sono assistiti, fra gli altri, dagli avvocati Manuele Ciappi, Sabrina Serroni e Michele Giacco, tutti del foro di Prato.

L’indagine, presto ribattezzata "Endgame", fine del gioco, è stata resa nota dal procuratore di Pistoia Tommaso Coletta. Dall’indagine, nella quale le intercettazioni hanno svolto un ruolo cruciale, si sono aperti quattro filoni che hanno riguardato il controllo dei locali, lo spaccio che vi avveniva, i reati fiscali, compresa l’esportazione di valuta all’estero, e l’associazione finalizzata alle scommesse clandestine e al gioco d’azzardo che ha avuto, come teatro, Prato.

"Le dimensioni di questa associazione dedita alle scommesse clandestine – ha spiegato ancora – è misurabile in termini economici e sono stati rivelati proprio nel corso delle intercettazioni dove uno dei sodali al vertice, parla con un amico, in auto e dice: "Giocano fino a trecento-quattrocentomila euro al mese". Gli inquirenti hanno potuto verificare che chi gestisce le scommese online quadagna sempre, sia che si vinca, sia che si perda. Sono emersi profili di giocatori con grandissima disponibilità economica, e ben più bassi. Online era possibile giocare su una piattaforma con una estensione diversa rispetto a quella autorizzata dal monopolio, fuori dal regime di controllo. Il terreno di gioco, era, per il 90%, quello del calcio.

Accanto al procuratore Coletta, anche il procuratore di Prato facente funzione, Laura Canovai. "Noi ci siamo – ha detto il questore di Pistoia Marco Dalpiaz– e qui c’è un sistema di sicurezza ben rodato. Noi vogliamo dare un messaggio di serenità a tutta la collettività".

l.a.