Quella prima pietra emerge dal terreno assolato e pieno di sterpaglie da quel 28 maggio, quando ci fu la cerimonia d’inaugurazione del cantiere in via Toscanini. E da allora, i residenti che abitano a fianco dell’area in cui sorgerà la nuova Casa di Comunità di San Paolo, lamentano "di non aver visto ancora nessuno a lavorare" e semmai di "avere a che fare con erba alta di fronte alle nostre case". Insomma, dalla consegna dei lavori avvenuta l’8 maggio e la posa della prima pietra del 28 dello stesso mese i cittadini non hanno visto alcun intervento che abbia fatto pensare ad un cantiere in attività. La storia del nuovo distretto socio sanitario di San Paolo si trascina da diversi anni. Da quando all’inizio del 2015 venne chiusa la sede di via Clementi. La cronistoria dell’opera: il 20 aprile 2020 è stata stipulata una convenzione tra l’Asl Toscana Centro, il Comune di Prato e la Società della Salute che ha previsto che il Comune redigesse il progetto dell’intervento e che l’Asl provvedesse all’esecuzione dei lavori. Con delibera 416 del 29 marzo 2023 è stato approvato il progetto esecutivo redatto dal Comune, mentre con determina dirigenziale 2597 del 24 novembre 2023 sono stati aggiudicati i lavori di esecuzione al RTP Insel spa – Tekton S.B. srl di Roma. I lavori, come si legge sul cartello affisso all’ingresso del cantiere, sono stati consegnati, come detto sopra, l’8 maggio ed avranno una durata di giorni 630 naturali e consecutivi. I cittadini si chiedono quando i lavori partiranno: del resto la ditta ha 630 giorni di tempo per portare a termine l’intervento e i primi tempi dopo l’assegnazione sono in parte assorbiti da questioni di carattere burocratico e tecnico.
In merito alle tempistiche di realizzazione del distretto di San Paolo, interpellata, risponde l’Asl Centro. "L’area è stata consegnata alla ditta aggiudicataria dell’appalto per poter iniziare la fase di bonifica bellica, come previsto dalla legge. E’ un’attività obbligatoria e propedeutica allo scavo del terreno, finalizzata a verificare che non vi siano ordigni bellici dell’ultima guerra. Tale attività deve essere eseguita da una ditta specializzata e iscritta in un apposito Albo del Ministero della Difesa, già incaricata". Un’operazione per la quale "si è reso necessario redigere un progetto di bonifica bellica che deve essere verificato ed autorizzato da parte del Genio Militare-Reparto Infrastrutture". Autorizzazione del Reparto Infrastrutture che "è stata rilasciata solo a fine luglio ed adesso la ditta incaricata sta predisponendo le attività di verifiche in campo – aggiunge l’azienda sanitaria – . Al termine delle verifiche, dovrà essere effettuato sopralluogo da parte del Genio Militare, che rilascerà un nulla osta che conclude il procedimento e consente l’inizio delle attività di scavo. Le tempistiche sono determinate dal Genio Militare-Reparto Infrastrutture".
Sara Bessi