
L’installazione al centro di piazza XX Settembre: prevista della giunta Puggelli e oggetto di critiche
Ieri ha riaperto piazza XX Settembre a Poggio a Caiano, al termine dei lunghi lavori di riqualificazione. Un’attesa segnata da non poche polemiche, che ha portato ad un compromesso tra le idee della precedente giunta Puggelli e quella attuale. L’intervento, dal costo di circa un milione e 224mila euro, ha mantenuto l’impianto del progetto originario della giunta Puggelli e a suo tempo da più parti criticato, ma con una variante significativa voluta dall’attuale giunta. "Abbiamo lasciato ben visibili le strade che costeggiano la piazza – precisa il sindaco Palandri – per tutelare la sicurezza delle persone. Sappiamo quanto sia importante che i flussi di traffico siano chiari e regolati in modo da non creare pericoli". La piazza è ora aperta al pubblico anche se non ancora del tutto ultimata: mancano panchine, cestini, paletti delimitatori e due fontanelli. Nell’area verde è stata seminata l’erba e sono arrivati i giochi per i bambini. Le transenne che chiudevano la piazza sono state e tolte e al posto dei dissuasori, che verranno messi a settembre, sono state installate barriere di sicurezza in plastica (new jersey). C’è ben poco dell’assetto storico della piazza, con i suoi 34 alberi, che non ci sono più (sette furono sradicati dalla tempesta di vento del 2015, altri sette abbattuti subito dopo perché pericolosi, ma anche i restanto venti vennero poi eliminati. Nella parte centrale svetta l’installazione di matrice contemporanea, il cosiddetto cannocchiale che non poche critiche aveva sollevato, mentre il monumento ai caduti è stato spostato e posizionato di lato. Poi ci sono i giochi per i bambini e dalla parte opposta la fontana. La piazza è dotata di una nuova illuminazione. L’inaugurazione sarà a settembre. "Abbiamo deciso comunque di aprirla – spiega Palandri – perché è giusto che i cittadini possano tornare a viverla. Una piazza è il cuore di una comunità, lasciarla chiusa ulteriormente sarebbe stato un peccato".
Caterina Cappellini