
Carabinieri alle Sacca, dove fu ritrovato il cadavere
Prato, 11 maggio 2022 - Si tinge di tinte ancora più fosche l’omicidio di Yan Zongwei, cinese di 34 anni, conosciuto nella comunità cinese come broker, i cui pochi resti furono trovati nel giugno 2021 dai carabinieri del Nucleo investigativo gettati in un fosse vicino all’ex Convitto Cicognini alle Sacca. La Dda di Firenze ha chiuso le indagini nei confronti di tre connazionali dell’uomo ritenuti gli esecutori del delitto a scopo di estorsione.
Dong Jiwei, 31 anni, e Lei Rongjiu, 30 anni, si trovano alla Dogaia (il primo per l’omicidio del connazionale, il secondo per altri reati) mentre Yang Wenming, 33 anni, latitante. Dong Jiwei è ritenuto essere l’esecutore materiale dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere mentre gli altri due sono accusati in concorso di sequestro di persona. Attesi i 20 giorni di legge, la Procura distrettuale antimafia chiederà il rinvio a giudizio. Fra le novità emerse dalla certe c’è sicuramente il risultato della complessa autopsia svolta sui pochi resti trovati dell’uomo.
Non è stato semplice capire quale sia stata la causa che ha provocato la morte ma, secondo quanto accertato dal medico legale, Yan Zongwei è stato ucciso dalla rottura della prima vertebra cervicale che avrebbe provocato l’arresto cardio circolatorio. Il corpo venne ritrovato il 10 giugno di un anno fa dopo un mese e mezzo dalla denuncia di scomparsa fatta dai familiari della vittima. Restava ben poco del cadavere tanto che è stato necessario l’esame del dna per stabilire che quei resti fossero proprio dell’orientale scomparso. Le indagini dei carabinieri di Prato, con l’aiuto dei colleghi del Ros, sono state lunghe e complesse e hanno dovuto incrociare più dati a disposizione: le testimonianze dei parenti e amici della vittima, gli spostamenti fatti dai telefoni cellulari di vittima e aguzzini e i chilometri percorsi dall’auto presa a noleggio per eseguire il rapimento di Yan Zongwei. Secondo quanto emerso, la vittima sarebbe stata uccisa con ogni probabilità lo stesso giorno del sequestro, dopo essere stata costretta a eseguire movimentazioni di denaro on line verso alcuni conti correnti cinesi. La Dda di Firenze ha anche avanzato una richiesta di rogatoria internazionale verso la Cina per capire a chi fossero destinati i soldi. Richiesta a cui non è mai seguita risposta.
I rapitori avrebbero chiesto alla vittima il pagamento di un riscatto, 300.000 euro, come testimoniano le telefonate che Yan Zongwei fece a parenti e amici prima di sparire nel nulla. Poco chiaro resta il movente. E’ possibile che i rapitori credessero che l’uomo fosse in grado di reperire i 300.000 euro in quanto broker bravo ed esperto. Non è esclusa neppure l’ipotesi di regolamento di conti fra connazionali. Adesso si attende che la Dda formuli le richieste di rinvio a giudizio.