SARA BESSI
Cronaca

Pronto soccorso ai raggi X. Nuovo boom di accessi. Non necessario uno su tre. Il posto letto? Servono 17 ore

Durante i momenti di picco un ingresso ogni due minuti e mezzo, la media è di 250 al giorno. Si cercano soluzioni: allo studio l’invio dei casi non gravi negli ambulatori dopo il triage . .

Pronto soccorso ai raggi X. Nuovo boom di accessi. Non necessario uno su tre. Il posto letto? Servono 17 ore

Pronto soccorso ai raggi X. Nuovo boom di accessi. Non necessario uno su tre. Il posto letto? Servono 17 ore

A colpi di diecimila accessi in più all’anno, il pronto soccorso del Santo Stefano si sta dirigendo a recuperare le performance pre covid, quando nel 2019 il numero degli utenti aveva raggiunto il totale record di 102.147. Il 2023 si è concluso con un’affluenza in crescita, rispettando pienamente la previsione che il pronto soccorso pratese avrebbe sfondato la soglia dei 90mila utenti. Infatti, l’anno appena concluso ha totalizzato ben 91.376 accessi, dei quali 71.523 di adulti ed i restanti 19.853 pediatrici, rispetto agli 80.608 del 2022, ai 71.554 del 2021 e ai 62.269 del 2020. A questo primo dato, nel bilancio balza agli occhi che i codici rossi, oggi i codici 1 per gravità dei casi, sono praticamente nello stesso numero del 2022: 1.708 nel 2023 ed 8 in meno nell’anno precedente. Si tratta delle casistiche decisamente appropriate per la prestazione che i professionisti della medicina d’urgenza possono offrire. A questi vanno aggiunti i 6.655 utenti che al triage sono stati ritenuti "urgenza indifferibile" (i noti codici gialli o codici 2). Le urgenze differibili (i codici verdi o 3), molte delle quali potrebbero trovare risposte altrove, sono 47.987, rappresentando il 52,51% del totale con un aumento di oltre 7mila presenze rispetto al 2022, quando si attestavano a quota 40.295. Sempre troppo elevato ancora il numero di coloro che si rivolgono al dipartimento di emergenza urgenza per problemi di lieve e lievissima entità: 26.127 i codici azzurri (codice 4) pari al 28,59% e 8.768 i bianchi (codice 5). Sommandoli esce una cifra davvero troppo elevata di accessi impropri (il 38% del totale, uno su tre), una tendenza che durante il covid si era fermata per motivi legati alla diffusione del virus. Ora siamo a 34.895, ovvero più 3.321 rispetto al 2022. Il che significa che l’utenza ha ripreso ad utilizzare il pronto soccorso in maniera inappropriata.

Che la struttura sia sotto pressione lo dicono anche gli accessi giornalieri, passati dai 220 dell’anno scorso ai 250,34 del 2023, mentre la media mensile si attesta a quota 7.614,66.

"Si sta tornando verso il periodo pre covid", afferma Simone Magazzini, direttore del pronto soccorso e direttore del Dipartimento di emergenza urgenza dell’Asl Toscana Centro. Se la notte gli accessi sono più sporadici, tre all’ora circa, nella fascia che va dalle 11 alle 15 contiamo un accesso ogni due minuti e mezzo. Un dato che può far riflettere sulla possibilità di imbattersi in ambulanze che attendono il proprio turno per sbarcare i pazienti, senza, però, che mai nessun utente sia stato mandato altrove.

Intanto per i cittadini-utenti l’approdare al pronto soccorso, quando poi il caso o la patologia richiedono il ricovero in un reparto ospedaliero, si traduce in un’attesa di un posto letto che supera le 17 ore, precisamente 17 ore e 7 minuti. Nel 2022 il tempo di permanenza e di attesa media per un posto letto è stato di 16 ore. Un dato, quest’ultimo, condizionato dalla riorganizzazione a giugno della presa in carico precoce dei pazienti con il sistema "Ama", con il quale sono stati messi in gioco medici di alcuni reparti ospedalieri. Ma intanto le 17 ore e 7 minuti sono tante per chi deve attendere in barella un posto in reparto.

Nel primo semestre 2023 la performance dei tempi di attesa è stata peggiore rispetto all’ultimo semestre, che però è stato viziato dal picco influenzale delle festività natalizie. Anche le dimissioni quotidiane, sempre più numerose, hanno dato una mano a far sì che i posti si liberassero in tempi più brevi.

Ci sono dei progetti allo studio per alleggerire il carico di utenza sul pronto soccorso: l’aiuto arriverà dal territorio. Così entrano in gioco i medici di medicina generale che stanno lavorando su un doppio binario, come fa sapere Niccolò Biancalani, segretario regionale di Fimmg Toscana.

"Insieme a Magazzini e all’Asl stiamo ipotizzando l’attuazione di una triage out – spiega – Che cosa significa? Significa che le persone che si presentano al triage dell’ospedale ma non risultanto casi da trattare in emergenza urgenza, possono essere inviati in ambulatori territoriali inseriti nelle case della salute o in ambulatori principali delle medicine di gruppo dove i medici di continuità assistenziale impegnati in orari diurni possono gestire i codici minori. Un’opportunità offerta dalla riforma dell’ex guardia medica (continuita assistenziale). C’è anche un altro progetto allo studio: attivare la presenza h16 (8-24) di un medico che, tolto dagli orari notturni della guardia medica, possa rafforzare il servizio diurno ai cittadini e offrire risposte alle esigenze sanitarie senza che gli utenti si debbano rivolgere al pronto soccorso".