
Al momento del blitz della polizia muncipale nell’appartamento che si trova vicino a viale Montegrappa erano al lavoro quattro operai orientali
Prato, 7 febbraio 2019 - Un appartamento trasformato in un pronto moda. Succede anche questo a Prato, dove ormai si lavora non solo nella zona industriale, ma anche in pieno centro, vicino ad altre abitazioni. Gomito a gomito, sperando che nessuno si accorga di niente. Stavolta siamo in una zona residenziale e commerciale vicino a viale Montegrappa. Un pronto moda completamente abusivo, emerso grazie alle indagini della polizia municipale di Prato. E ora messo sotto sequestro. Il blitz della Municipale è scattato ieri. Quando gli agenti sono entrati nella casa che era stata segnalata, hanno scoperto che l’attività clandestina si svolgeva direttamente all’interno dell’abitazione, mentre i locali accessori venivano utilizzati come deposito per i rifiuti prodotti dall’attività di confezione.
L’appartamento è risultato affittato a un cittadino cinese da oltre un anno. Peccato che in tutti questi mesi nessuno ancora avesse presentato richiesta di residenza all’ufficio anagrafe. Un’anomalia che è balzata agli occhi della polizia municipale impegnata nel servizio. Gli agenti di piazza Macelli al momento dell’accesso hanno trovato nei locali quattro persone, tutte intente al lavoro. L’intero piano terra era stato trasformato in laboratorio artigianale con la presenza di diverse macchine da cucire, senza lasciare libero neppure un metro quadrato di spazio libero. Il corridoio era invece utilizzato come deposito dei capi da cucire, mentre il soggiorno era invaso da macchine taglia e cuci. Il ripostiglio aveva funzioni di magazzino filati. Neppure il bagno a piano terra è stato salvato dall’attività lavorativa. L’ingegno del titolare cinese del pronto moda non ha avuto limiti visto che nella toilette infatti è stata trovata una cucitrice ed anche una taglierina, mentre il lavandino era adattato come piano lavoro.
L’attività era completamente a nero: nessuno dei dipendenti presenti è risultato titolare della ditta. Oltre ai dieci macchinari disseminati in tutti i locali, sono stati rinvenuti anche 13 sacchi di scarti tessili non tracciati. Il che significa che questi rifiuti sarebbero probabilmente stati smaltiti illecitamente. Tutto l’edificio è stato sequestrato e l’attività produttiva è stata bloccata dalla polizia municipale. Infine gli agenti, nel corso dei riscontri, hanno identificato anche l’ultimo committente del lavoro: si tratta di un pronto moda, sempre cinese, che ha sede nel Macrolotto 1. Le indagini continuano per capire che tipo di coinvolgimento possono avere i proprietari del terratetto.