di Silvia Bini
PRATO
La riapertura delle scuole sotto l’egida del green pass è stata tutt’altro che indolore. Il fronte dei no vax ha infatti alzato lo scudo costringendo la preside del Livi, Maria Grazia Ciambellotti e quella dell’istituto Curzio Malaparte, Paola Toccafondi, a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Carabinieri nel primo caso e polizia municipale nel secondo, che sono stati costretti a intervenire ieri mattina per sedare gli animi dei prof che, senza certificazione verde, sono lasciati fuori dalla porta come prevede la legge. Tre docenti no vax - una professoressa al Livi e due alle Malaparte - hanno cercato di forzare i controlli per entrare in classe senza la certificazione che da ieri è diventata obbligatoria per tutto il personale della scuola. "Sono stata costretta a chiamare i carabinieri perché la situazione non era più gestibile", conferma Ciambellotti.
Parole grosse, probabilmente anche qualche offesa hanno scaldato gli animi e rallentato i lavori di apertura dell’anno scolastico. In particolare la docente ieri mattina era attesa al Livi per firmare il contratto necessario all’immissione al ruolo. Ciambellotti, insieme ad altri colleghi, ha cercato di far ragionare l’insegnante, ma le parole non sono bastate a convincere l’irriducibile del vaccino tanto che alla fine è scattata la chiamata al 112 da parte della preside, stanca delle proteste. "C’è voluta molta pazienza, le abbiamo spiegato più volte la situazione e alla fine la professoressa si è convinta ed è andata a fare un tampone che per 48 ore vale come green pass", spiega. "In ballo c’è il posto di lavoro, chi non vuole fare il vaccino può sottoporsi ad un tampone ogni 48 ore, questo è a discrezione dei singoli, ma la legge in Italia prevede il green pass e non ci sono alternative". Più o meno stesso copione alle scuola media di via Baldanzi dove ieri mattina due docenti, che avrebbero dovuto entrare a scuola per l’immissione al ruolo, si sono presentati senza green pass. Al momento in cui è stato loro negato l’accesso è iniziata l’accesa discussione e anche in questo caso si è reso necessario l’ intervento delle forze dell’ordine - in questo caso la polizia municipale - che chiamata dalla preside ha cercato di convincere gli insegnanti no vax a tornare sui propri passi. "La situazione è tutt’altro che risolta", conferma la dirigente delle Malaparte Paola Toccafondi. "Queste persone non hanno il green pass e quindi non sono state fatte entrare, vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione". Anche alla Malaparte i dissidenti sono docenti neo assunti, che senza green pass non potranno ottenere il posto di lavoro a tempo indeterminato. E poi c’è quanto successo ell’istituto professionale Marconi il cui preside, Paolo Cirpiani, nei giorni scorsi si è visto bussare alla porta dagli avvocati di tre dipendenti della scuola. Personale ata contrario all’obbligo del green pass, che si è rivolto ai legali per denunciare l’illegittimità dell’obbligo di certificazione verde appellandosi al regolamento europeo. Ma Cirpiani ha rimandato le lettere al mittente: "Senza pass non entra nessuno", spiega mentre annuncia che agli avvocati risponderà tramite vie legali.
La battaglia dei contrari ai vaccini è appena iniziata e le scuole si trovano, loro malgrado, a dover fronteggiare una nuova battaglia. Dopo quella delle distanze, delle classi pollaio, adesso a complicare il lavoro ordinario ci sono anche i professori contrari ai vaccini. La mattinata assai movimentata al Livi è terminata dopo una lunga trattativa con la docente in questione, che infine si è convinta a sottoporsi al tampone. Ma era solo - appunto - la prima puntata. E la certificazione della prof vale appena 48 ore. Lunedì sarà di nuovo battaglia?.