Prete arrestato: ora è indagato anche per truffa

Avrebbe chiesto denaro ai fedeli dopo l'interdizione del vescovo ad utilizzare i conti della parrocchia

Don Francesco Spagnesi in un momento di preghiera insieme ai fedeli

Don Francesco Spagnesi in un momento di preghiera insieme ai fedeli

Prato, 22 settembre 2021 -  La procura di Prato adesso ipotizza anche il reato di truffa a carico di don Francesco Spagnesi, il prete quarantenne messo agli arresti domiciliari il 14 settembre con le accuse di traffico internazionale di droga, spaccio, appropriazione indebita e tentate lesioni gravissime. L'ultima contestazione degli investigatori è la presa d'atto di presunti illeciti che l'ex parroco avrebbe commesso chiedendo denaro ai fedeli dopo l'interdizione del vescovo ad utilizzare i conti della parrocchia, divieto scattato alla fine dell'aprile scorso.

In quel frangente don Spagnesi - come lui stesso ha confermato lunedì nell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari - si trovava a dover reperire denaro per l'acquisto di stupefacenti: si era dunque rivolto ad alcuni dei fedeli e conoscenti con messaggi privati per chiedere aiuti economici da destinare «a famiglie bisognose che erano cadute in povertà durante il periodo della lotta al Covid». Il prete domandava dunque di versare il denaro in una carta prepagata a lui intestata. Due querele per truffa, a questo riguarda, sono giunte in procura da parte di altrettante persone nelle ultime ore.

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La parrocchia di don Spagnesi (Attalmi) (Nel riquadro il sacerdote)
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L'avvocato difensore 

Don Francesco Spagnesi "ha detto che vuole disintossicarsi, che vuole iniziare un percorso e per questo già nei prossimi giorni riceverà una visita del personale del Sert". Lo afferma l'avvocato Federico Febbo, che difende insieme alla collega Costanza Malerba, il prete arrestato ai domiciliari. "Il massiccio uso di cocaina - prosegue il legale - lo ha distaccato dalla realtà fino a fargli vivere una doppia vita".  Secondo quanto spiegato dal suo legale,  in occasione dell'interrogatorio davanti al giudice, il prete ha consegnato un elenco dei parrocchiani così danneggiati, con le relative cifre delle offerte date da ciascuno, affermando di volerli risarcire. Ad aprile la curia gli aveva inibito l'accesso al conto della parrocchia, insospettita dalle ingenti spese per un totale di oltre 200.000 euro nel corso degli anni, che avevano praticamente prosciugato le casse.