Prete arrestato per spaccio di stupefacenti, indagato anche il viceparroco

Don Spagnesi accusato di traffico transnazionale e appropriazione indebita. Organizzava festini a luci rosse

La parrocchia di don Spagnesi (Attalmi) (Nel riquadro il sacerdote)

La parrocchia di don Spagnesi (Attalmi) (Nel riquadro il sacerdote)

Prato, 15 settembre 2021 - Negli ultimi tempi i parrocchiani avevano notato qualcosa di strano. Don Francesco Spagnesi, 40 anni, parroco dell’Annunciazione alla Castellina non era più lo stesso. Non era il solito sacerdote attento alle esigenze dei suoi fedeli, dinamico e brillante, amico soprattutto dei più giovani. Don Francesco nascondeva un terribile segreto come emerso dalle indagini della squadra mobile di Prato che ieri lo ha arrestato per spaccio di stupefacenti e traffico transnazionale della cosiddetta "droga dello stupro", la "Gbl".

Il sacerdote è coinvolto in un giro di droga in concorso con un suo vecchio amico, Alessio Regina, pratese, ai domiciliari dal 30 agosto, per gli stessi reati. Il parroco deve rispondere inoltre di appropriazione indebita. Indagato a piede libero anche il viceparroco della Castellina, don Paolo, che ieri è stato sentito in procura. L’ipotesi di reato è di appropriazione indebita. "Un atto dovuto – è stato detto – per eseguire la perquisizione in canonica dove i due sacerdoti abitano".

Secondo quanto accertato, don Spagnesi, difeso dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba, e Regina, difeso da Antonio Bertei, facevano arrivare dall’Olanda la droga dello stupro che poi usavano durante festini a luci rosse organizzati con persone reclutate sui siti di incontri. Incontri che si svolgevano in casa di Regina a Figline. Gli episodi sarebbero andati avanti dal 2019. Per l’acquisto della droga il parroco avrebbe usato i soldi derivanti dalle offerte domenicali e avrebbe fatto diversi prelievi dal conto della parrocchia. Si parla di cifre esorbitanti, intorno ai centomila euro. Ammanchi di cui la Diocesi si era accorta qualche mese fa tanto da intervenire e togliere la firma del sacerdote dal conto corrente. La bomba è esplosa il 27 agosto quando don Spagnesi e Regina sono stati fermati insieme in auto a Calenzano. Regina – come spiegano gli inquirenti – aveva fatto un acquisto su internet: aveva ordinato un litro di "Gbl" in Olanda e stava andando a ritirarla dallo spedizioniere. La polizia lo ha seguito e dopo il ritiro del pacco, lo ha fermato ma in macchina c’era anche il sacerdote. Regina viene arrestato subito, il parroco indagato a piede libero.

La storia raccontata dopo agli inquirenti – il fascicolo è seguito dal pm Lorenzo Gestri – è ancora più sconvolgente. Ed è lo stesso don Spagnesi a confessarla.

La droga dello stupro era usata e consumata durante i festini organizzati dai due. Era condivisa con le persone che partecipavano agli incontri ai quali, a volte, veniva chiesto un contributo. Oltre alla Gbl, in queste serate, si consumava anche cocaina che il sacerdote e l’amico, acquistavano direttamente sul mercato pratese. Indagato a piede libero, difeso dall’avvocato Leonardo Pugi, c’è il pusher che avrebbe venduto la cocaina ai due. Gli incontri di solito erano a tre e molti dei partecipanti erano reclutati su internet. Fra questi ci sarebbero professionisti, medici, infermieri, bancari non solo di Prato ma anche di zone limitrofe. "Gli incontri erano solo tra maggiorenni consenzienti – ha puntualizzato il procuratore Giuseppe Nicolosi – Per queste persone non c’è nessun tipo di contestazione".

Dopo l’arresto di Regina e l’indagine sul parroco, il primo settembre la Diocesi ha annunciato che don Spagnesi (che ricopriva anche la carica di correttore dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato) avrebbe preso un anno sabbatico.

In questi giorni, le indagini sono andate avanti. Gli investigatori hanno sentito i partecipanti ai festini, una quindicina di persone che avrebbero confermato tutto, compreso l’utilizzo della potente droga. Sarebbero 200 i nomi a cui sono risaliti gli investigatori di persone che avrebbero preso parte agli incontri hard. Molti dei contatti per fissare gli appuntamenti sono stati trovati nel telefono del parroco.

L’arresto – chiesto dalla procura e disposto dal gip Francesca Scarlatti – per don Spagnesi è scattato con quindici giorni di ritardo rispetto alla prima contestazione di spaccio.

Laura Natoli