
L’ingresso della Dogaia Qualche giorno fa una rissa fra detenuti, un magrebino che ha minacciato il suicidio e l’aggressione a un agente
"Occorre dichiarare lo stato di emergenza per il carcere di Prato". La richiesta è partita dalla Fp Cgil con una nota inviata ieri al Provveditore regionale. Gli ultimi episodi di tensione e violenza all’interno della Dogaia sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il sindacato chiede anche l’invio del Gom (gruppo operativo mobile) e del Gio (gruppo intervento operativo), due reparti specializzati. Il primo si occupa di detenuti che si trovano in regime carcerario speciale, il secondo di ordine e sicurezza pubblica in serie situazioni di minaccia per l’ordine pubblico. Il Gio opera su scala nazionale e interviene su disposizione del Capo del Dipartimento in presenza di emergenze, non altrimenti fronteggiabili in sede territoriale, che possono pregiudicare l’ordine, la sicurezza e la disciplina in ambito penitenziario, oltre che per particolari eventi critici sotto il profilo della sicurezza e per specifiche condizioni di elevato rischio nel medesimo ambito penitenziario. "La Fp Cgil – si legge nella nota – ha chiesto di dichiarare lo stato di emergenza per il carcere di Prato al fine di salvaguardare l’incolumità dei lavoratori e delle persone ristrette il tutto in un evidente situazione di instabilità gestionale e operativo dovuta al sovraffollamento alla persistente carenza di personale e al costante incremento di eventi critici".
Una settimana fa, lo ricordiamo, l’ennesimo caos, con una rissa fra detenuti albanesi, un magrebino che ha minacciato il suicidio e l’aggressione a un agente della penitenziaria. Durante la rissa alcuni detenuti albanesi hanno brutalmente aggredito un magrebino. Ne è seguito un tentativo di ritorsione contro il personale di polizia penitenziaria. Un detenuto ha divelto un neon per scagliarlo contro un agente, mentre un altro ha colpito con uno schiaffo un collega nell’atrio. Insomma, un pomeriggio convulso, quello di martedì 29 aprile, che ha costretto gli operatori della polizia penitenziaria a intervenire più volte per riportare la situazione alla calma. Anche il sindacato Sinappe era intervenuto dopo gli episodi del 29 aprile: "La Dogaia è diventata un inferno lavorativo che peggiora di giorno in giorno, lasciando gli operatori esposti, soli e stremati. Il reparto interno è sfinito, le condizioni operative sono drammaticamente deteriorate, la tensione è costante, la sicurezza è appesa a un filo".
Ora dalla Fp Cgil la richiesta dello stato di emergenza. Interventi straordinari per una situazione che non conosce pace, ma solo tensione. Serve una soluzione. Urgente.